La Camera, con 333 voti a favore e 159 contrari, ha approvato la fiducia del Governo per quanto riguarda il decreto sul lavoro. Il provvedimento dovrà essere sottoposto entro stamattina al voto definitivo per diventare, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta, legge a tutti gli effetti. Il testo, che modifica in modo sostanziale le attuali regole sui contratti a termine e sugli apprendistati, durante l’esame parlamentare è stato modificato in alcuni punti dal Pd. Per Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro a Montecitorio, il decreto è un “compromesso accettabile: le modifiche inserite al Senato era già state concordate alla Camera”.
Le modifiche più rilevanti riguardano i contratti a termine. Le proroghe infatti sono ridotte da 8 a 5 e l’intero contratto, proroghe comprese, non potrà sforare i 36 mesi. Il numero dei contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore di lavoro non potrà superare il 20% del numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato. Per le lavoratrici in maternità è stato riconosciuto il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro i successivi dodici mesi. Per quanto riguarda i corsi di formazione e gli apprendistati, il testo decreta l’obbligo di formazione che deve essere garantito o dalla Regione mediante percorsi organizzati o dall’azienda stessa. Se però la Regione entro quarantacinque giorni non provvede a comunicare al datore di lavoro le modalità per usufruire dei fondi pubblici, i corsi possono essere cancellati. Al datore di lavoro spetta l’obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti, obbligo che, per una proposta del Ncd, è stato limitato alle aziende con più di 50 dipendenti.
Senza dubbio la più grande novità inserita dal decreto è la possibilità di effettuare contratti a tempo determinato fino a tre anni senza una causale. Se per Giuliano Poletti questa modifica è un importante passo in avanti, grazie alla quale si potrà evitare che le aziende sostituiscano il lavoratore allo scadere dei dodici mesi, per i sindacati, invece, finirebbe solo con l’indebolire il contratto a tempo indeterminato e aumentare quindi la precarietà.
Ma anche in Aula non sono mancati scontri. I deputati Sel si sono presentati con una maschera e un cartello che recitava: “Lavoro invisibile”. Forti anche le reazioni dei cinque stelle: “Chiedete la fiducia agli esodati che voi stessi avete creato e ai quali non riuscite a trovare una soluzione. Chiedete la fiducia ai pensionati che sopravvivono con 490 euro al mese. Il testo è uno scempio che rende più difficile la vita dei precari e ne aumenta il numero” ha commentato Giuseppe Brescia.
Alessandra Scolaro