Riforme, 176 favorevoli ad un Senato elettivo
Il caldo di questi giorni rischia di diventare rovente a voler contare gli emendamenti presentati alla riforma del Senato: sono 500 mila e sono pronti a rendere impraticabile il cammino della riforma. Intanto si iniziano a contare anche i voti favorevoli a un Senato elettivo: almeno 176. Tra questi, oltre alla minoranza Pd, ci sarebbero anche i senatori del Gruppo per le autonomie di Karl Zeller. Una quota, comunque, non di poco conto. Sarebbe infatti sufficiente a ribaltare la maggioranza di Governo.
Zanda: “Tenere riforma a riparo da lotta politica”
In difesa del discusso articolo 2 del ddl Boschi, il presidente dei Senatori Pd Luigi Zanda: “Un’ipotesi di compromesso potrebbe essere prevedere forme di elezione strutturalmente diretta dei consiglieri regionali, segnalati agli elettori in un listino ah hoc ed esplicitamente candidati a fare i senatori”. Zanda chiarisce: “Ne ho accennato in commissione cercando di tenere la riforma al riparo della lotta politica quotidiana”.
“Intervento da fare tramite legge ordinaria”
Il presidente dei senatori democratici sottolinea che dovrà trattarsi di “un intervento da fare tramite la legge ordinaria che disciplinerà le modalità di elezione dei futuri senatori, ma il cui principio può essere inserito anche in Costituzione, con un emendamento all’articolo 10 del Ddl Boschi, che modifica l’articolo 70 della Carta sul procedimento legislativo”.
“Mezzo milione di emendamenti sono una buffonata”
Ma Zanda ha anche risposto al capogruppo di Forza Italia Paolo Romani che ha parlato di elezione diretta: “Ma mi sembra ancora un’espressione non precisa, l’elezione diretta si può intendere in varie forme. Vedremo. Noi lavoriamo per coinvolgere il più possibile le opposizioni”. E sull’eccessivo numero di emendamenti: “Mezzo milione di emendamenti non si sono mai visti nella storia repubblicana. Sono una buffonata che la nostra Costituzione e il Parlamento non meritano”.
Segni: “Mediazioni Pd-opposizioni fanno ridere”
Coinvolgere le opposizioni e tentare una mediazione. Obiettivo non perseguibile secondo il giurista Mariotto Segni che all’AdnKronos dichiara: “Le mediazioni tra il Pd e le opposizioni? Fanno ridere: o una carica è elettiva o non lo è. O la scelgono i cittadini o la sceglie qualcun altro”. Segni aggiunge: “Il ‘no’ al Senato elettivo è incomprensibile. Se c’è un Parlamento vuol dire che questo deve essere eletto: è la storia di tutti i Parlamenti del mondo. Non so perché si voglia negare questa evidenza”.
Segni sminuisce anche la battaglia sulle riforme: “Non ha più nulla a che a vedere con tematiche istituzionali. Renzi vuole vincere e gli altri lo vogliono far perdere. Qui la governabilità non c’entra assolutamente niente”.
Favorevoli Fi, M5S e minoranza Pd
Diversi i gruppi parlamentari che si sono espressi in favore del Senato elettivo e quindi contro la riforma Boschi. 45 sono i senatori di Forza Italia; 36 quelli del M5S; 28 invece quelli della minoranza Pd.
Ma anche gruppo misto, Lega e Conservatori e Riformisti
A questi si aggiungono i 25 del gruppo misto: in questo figurano esponenti di Sel, ex grillini ed ex leghisti, da tempo contrari al ddl Boschi. Ma ci sono anche i 12 senatori della Lega; i 10 del gruppo Conservatori e Riformisti che fa capo a Raffaele Fitto; ed almeno 8 senatori del gruppo Gal.
Favorevole anche il Gruppo per le autonomie
Tutti questi, più o meno, si sono schierati da tempo contro la riforma. La novità riguarda invece il Gruppo per le autonomie che sostiene la maggioranza di Governo. 12 senatori hanno infatti presentato emendamenti simili a quelli presentati dalla minoranza Pd.
La quota di favorevoli potrebbe crescere
La quota, ora fissata a 176, di favorevoli ad un Senato elettivo, potrebbe ancora crescere: si potrebbero infatti aggiungere il senatore Vincenzo D’Anna del nuovo gruppo Ala. Il gruppo sostiene la maggioranza, ma il senatore sembra andare controcorrente. Ha infatti presentato un emendamento per il senato elettivo.
Renzi: “Maggioranza non mancherà mai”
Renzi dal canto suo è tranquillo. Conscio del fatto che le votazioni inizieranno a settembre, dichiara: “La maggioranza non è mai mancata e mai mancherà”. I cinquecentomila emendamenti rischiano però di seppellire la riforma costituzionale. Miguel Gotor e Vannino Chiti, certi dei numeri, esultano: “Ci sono i numeri per un’intesa sul Senato elettivo”.
Guerini: “Disponibili a migliorare testo”
Intanto, dal fronte dei renziani, Lorenzo Guerini chiarisce: “Siamo sempre disponibili a migliorare il testo, ma sono possibili cambiamenti purché non riportino al punto zero il cammino della riforma”. Sottintesa l’apertura alla discussione sul “lodo Quagliariello”: introduzione di listini dedicati ai senatori nel voto per le regionali.
Marcucci: “Attacco senza precedenti contro riforme e Governo”
Il premier-segretario per ora è tranquillo, ma come sottolinea Andrea Marcucci, si prepara “un attacco senza precedenti contro le riforme e il Governo Renzi”. La maggioranza si prepara a dialogare con tutti, anche con Forza Italia, ma il vicesegretario Debora Serracchiani precisa: “Non è un Patto del Nazareno”.
Giorgetti: “Paese non può rimanere ostaggio diatribe Pd”
Proprio da Forza Italia, nelle parole di Alberto Giorgetti arriva l’attacco al Pd: “Renzi oggi è azzoppato dalla minoranza del suo partito: una zavorra che rischia di ridimensionare ogni possibile disegno compiuto. Il Paese non può rimanere ostaggio delle diatribe interne al Pd, ma ha bisogno di un Governo capace di assolvere ai propri compiti”.