Legalizzazione della cannabis, uno studio rileva benefici fiscali miliardari per lo Stato
I fan della legalizzazione lo sanno bene: recentemente è stata depositata in Senato dal sottosegretario Benedetto Dalla Vedova una proposta di legge per rendere legale la cannabis che reca la firma di 290 parlamentari (Pd, Forza Italia, Sel, Gal e M5S).
Altrettanto conosciuti sono ormai i benefici per le casse statali che un’azione del genere potrebbe portare, vedi ad esempio il Colorado e i suoi cittadini che si sono visti rimborsare 30 milioni di dollari di tasse grazie alle nuove entrate provenienti dalla tassazione della marijuana.
A farci riflettere ancor di più proprio su questo tipo di vantaggi è arrivato uno studio condotto da due ricercatori dell’università di Messina, Ferdinando Ofria e Piero David – pubblicato sulla rivista online laVoce.info – i quali hanno stimato che i benefici fiscali della commercializzazione della pianta si aggirano dai 5,9 agli 8,5 miliardi di euro. Per i due questa è la seconda fase di una ricerca partita già nel 2014, quando pubblicavano sulla stessa rivista un primo approfondimento sugli effetti della cannabis per quanto riguarda i conti pubblici.
Risparmio e prevenzione del crimine
“Abbiamo applicato la stessa aliquota al 75% usata per il tabacco e prevista dalla proposta di legge – spiegano Ofria e David – considerando anche il risparmio di circa 574,7 milioni stanziati per la repressione del fenomeno, una cifra sottostimata considerando l’impegno profuso dalle istituzioni nel contrasto di traffico e spaccio di droghe leggere”. “Questa volta siamo andati più a fondo nella stima dei benefici economici – continua David – calcolando gli introiti fiscali sulla base di un imponibile ottenuto moltiplicando il consumo medio degli stupefacenti per il costo di mercato”.
Ma i vantaggi ricavabili – sottolineano ancora i due studiosi – non sarebbero solo economici. Legalizzando le droghe leggere si farebbe un bello sgambetto alle mafie e reprimerebbe la criminalità, organizzata e non: “Spacciando su vasta scala le mafie si assicurano fasce di consenso. Da un lato garantiscono lo sballo, dall’altro offrono lavoro a chi non riesce a trovare spazio nel mercato legale”. Un mercato che, tra l’altro, è spesso pericoloso per il consumatore, poiché troppo spesso la naturale marijuana viene mischiata a sostanze tossiche che ne aumentano gli effetti. Come specificato dai ricercatori infatti ” Solo attraverso la legalizzazione è possibile controllare certe sostanze. La cannabis messa in commercio dalla mafia è mescolata con sostanze pericolosissime, oppiacei e anfetamine, ad esempio. Un prodotto confezionato dal Monopolio di Stato sarebbe da questo punto di vista certamente più sicuro“.
Per non parlare, in conclusione, delle risorse che lo Stato risparmierebbe: “La legalizzazione non solo incrementa le entrate per lo Stato, ma libera anche risorse attualmente impiegate nella repressione del crimine“. Secondo i calcoli dei due studiosi la spesa pubblica per sostenere il proibizionismo è di circa un miliardo e mezzo.