“A Bersani, Cuperlo, Speranza e a me stesso dico: non possiamo uccidere in eterno i nostri leader, uno dopo l’altro, appena varcano la soglia di Palazzo Chigi. È già capitato, purtroppo, nel passato”. A porre un simbolico ramoscello d’ulivo nei confronti di Matteo Renzi è l’ex ministro Cesare Damiano, esponente della minoranza PD. Intervistato da Repubblica, Damiano spiega le possibili conseguenze di un mancato sostegno all’attuale segretario nonché premier: “Se però si mette sotto il governo sul ddl Boschi, giocando di sponda con le opposizioni, si apre una falla. Si presta il fianco a Grillo e Salvini, che vogliono elezioni anticipate. Un vuoto di potere sarebbe disastroso per l’Italia”.
Damiano sul ddl Boschi
L’ex ministro è molto autocritico riguardo alle modalità con cui si è giunti all’attuale leadership: “Ai compagni della mia generazione vorrei ricordare che se Renzi è il segretario-premier, questo è frutto anche delle nostre scelte, che alcuni giudicano come incapacità e contraddizioni”. E spiega: “Io renziano non sono. E sicuramente non lo diventerò. Il mio impegno è correggere gli errori, a volte grossolani, del governo. Non ho digerito quello commesso, purtroppo, sui licenziamenti collettivi”.
Tra le proposte da modificare, c’è il ddl Boschi “da modificare. Penso alle proposte di Zanda e di Martina. Serve un listino per eleggere i nuovi senatori in occasione delle Regionali”. Ma poi arriva l’avvertimento sul Senato elettivo: “Ma non bisogna toccare l’articolo due, altrimenti si torna al bicameralismo”.
Manconi: “Compito garantire unità è di Renzi”
Alle parole di Damiano, segue l’intervento del senatore Pd Luigi Manconi: “Mi auguro che si sappia tutti tenere a bada l’irresistibile pulsione scissionista che percorre da sempre la sinistra italiana. Più che un tragico errore politico, sarebbe una sesquipedale sciocchezza”. Manconi aggiunge: “Ma, se evitare la scissione è responsabilità di tutti, il compito fondamentale di garantire l’unità del partito è, va da sè, di Matteo Renzi. Dunque, trattare negoziare mediare. E ancora trattare negoziare mediare”. Poi la precisazione: “Per parte mia, ho sottoscritto gli emendamenti presentati dalla minoranza del Pd, ma certo non sono interessato a sommare il mio voto a quelli degli xenofobi e dei reazionari di destra e di sinistra”.