Renzismo come continuazione del berlusconismo. Una tesi pesante ma verosimile, secondo Giuliano Ferrara. Anzi, composta da solide basi. Berlusconi, dice Ferrara, “è il padre nobile del renzismo”. Questa la tesi che l’ex direttore de Il Foglio lascia in una intervista del Corriere della Sera. L’ultima, in ordine di tempo. Già, perché già in passato vi abbiamo dato conto di altri pareri di Ferrara sulla politica e sui politici: l’elogio di Verdini; la paternale alla Boldrini; ed il tentativo di riconciliazione tra l’ex Cavaliere e Matteo Renzi, sono solo alcuni dei suoi interventi.
“Berlusconi può essere leader di un partito serio”
L’ex Cav, ora come ora, dovrebbe “domandarsi se Matteo Renzi è un fenomeno effimero, oppure se andrà avanti a governare fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2018 riuscendo, fra mille pasticci, a portare l’Italia fuori dalla crisi. Io penso che la risposta giusta sia la seconda”. A quel punto, evidentemente, “non potrà più pretendere di avere il 40% di consensi, e neppure di essere il principe federatore di una coalizione fatta con Salvini, che è soltanto un chiacchierone, o Grillo. Invece, può essere il leader di un partito serio e vedersi riabilitato. Sarebbe interesse suo, di tutte le sue aziende e del Paese”.
“Riforme di Renzi hanno copyright di Berlusconi”
Una riabilitazione sorta grazie a quel Patto del Nazareno tanto criticato dai più ma esaltato dallo stesso Ferrara: è con quell’accordo che “gli ha consentito di avviare governo e riforme. Adesso Renzi riceve le stesse critiche che venivano rivolte a Berlusconi: uomo solo al comando, pericolo istituzionale”. Le riforme varate da Renzi hanno il copyright di Berlusconi, dice Ferrara: il leader di Forza Italia “lascerebbe la sua impronta nella Storia, entrerebbe nei libri di scuola come il padrino del nuovo corso italiano. Il Jobs Act era suo, Renzi lo ha realizzato; la riforma del Senato è la sua. Berlusconi è stato la leva decisiva per il varo del governo e del programma di Renzi”. Renzi come continuazione di Berlusconi. Una teoria ripresa più volte dalla sinistra extraparlamentare. Ora anche Ferrara la sostiene.
“Berlusconi torni al Nazareno”
Poi consiglia a Berlusconi di tornare al Nazareno: “la rottura è stata un grave errore dovuto a un tasso di demenza e follia che c’è in Forza Italia, nel suo personale di quarta fila che non ha il senso della politica. Se Renzi fallisse, Berlusconi sarebbe marginalizzato a un 10 per cento residuale”. Una situazione che potrebbe spaventare talmente Forza Italia da portare ad un nuovo meeting tra il segretario Pd e il presidente degli azzurri. Ma Renzi ne ha veramente bisogno? Nelle ultime settimane è nata Ala, il movimento di Verdini, che pur non entrando nel Pd (“guai ad entrare nel Pd”, il loro monito) sostengono le riforme renziane. Quelle più, se così si può dire, di destra. Un’iniziativa che marginalizzerebbe ulteriormente Fi. Un ulteriore aiuto ai dem in una situazione (almeno quella del Senato) da anni fragile ed incerta.