Grecia: dopo 18 ore consecutive di negoziati arriva l’accordo per il terzo salvataggio. La Commissione Europea conferma il prestito di 85 miliardi di euro. Ministro Tsakalotos: “mancano due o tre dettagli“.
Grecia: la maratona negoziale
I colloqui sono durati tutta la notte ma alla fine la “fumata bianca” è arrivata. Il governo greco ha annunciato di aver raggiunto l’accordo con i creditori sul terzo salvataggio: 85 miliardi di euro in 3 anni. Il piano potrebbe arrivare in parlamento già questa settimana, forse giovedì. L’indomani si riunirebbe l’Eurogruppo, in attesa del voto dei parlamenti nazionali.
Restano da chiarire solo alcuni piccoli particolari. Come ha detto il ministro delle Finanze greco Euclidis Tsakalotos: “due o tre piccoli problemi” sono ancora aperti. Anche dalla Commissione Europea confermano che un accordo “tecnico” è stato raggiunto anche se, al momento, è solo “in linea di principio“: manca ancora l’accordo “politico” ha precisato la portavoce Annika Breidthardt. In ogni caso le trattative dovrebbero concludersi nella giornata di oggi.
Grecia: le condizioni
Il quotidiano greco Kathimerini ha pubblicato una lista di 35 “azioni prioritarie” che il governo Tsipras si è impegnato a portare avanti in caso di accordo: si va dall’aumento dell’età pensionabile, all’eliminazione graduale del trattamento fiscale preferenziale per le isole, dalla fine dei sussidi agli agricoltori per acquistare carburante, all’aumento delle tasse per gli armatori.
Ancora non è stato chiarito a quanto ammonterà la prima tranche di prestiti: la squadra negoziale greca ha spinto per 25 miliardi. Invece, sembra certo che alla Grecia non verrà chiesto di registrare alcun avanzo primario per l’esercizio in corso (con tutta probabilità verrà rinviato al 2018 l’obiettivo del surplus del 3,5% del Pil). Quest’anno il Pil ellenico dovrebbe contrarsi del 2-4%: dal 2007 l’economia della Grecia si è ridotta di un quarto. Solo a luglio persi 16658 posti di lavoro.
Tsipras ha voluto fortemente l’accordo: più rimane il controllo sui capitali, più vedrà erosa la sua popolarità. Se l’accordo effettivamente andasse in porto, potrebbe rischiare la carta delle elezioni anticipate per mettere definitivamente fuori gioco l’ala estrema di Syriza.