Napoli e Milano, due tra i comuni più importanti in cui si andrà al voto nel 2016, potrebbero diventare un serio problema per il PD ed il premier Matteo Renzi. Se l’attuale primo cittadino del capoluogo lombardo ad oggi continua a mantenersi fermo sull’idea di non ricandidarsi per un secondo mandato – aprendo la strada ad una possibile riconquista della città da parte del centrodestra – a Napoli il problema è di un altro tipo.
Tra Luigi De Magistris – sindaco del capoluogo campano – ed il premier nonché segretario del PD i rapporti sono infatti a dir poco gelidi. Come sottolineato dallo stesso primo cittadino di Napoli, che su Facebook ha definito la città senza mezzi termini come “derenzizzata”, in quanto “siamo per la democrazia, per la diffusione del potere, per la distribuzione del denaro, per la lotta alle disuguaglianze, per la giustizia, per il popolo”. Un De Magistris che dichiara di assistere “a una consolidata e preoccupante involuzione antidemocratica, un’accelerazione fortemente autoritaria dell’assetto istituzionale tutta di stampo liberista”, un movimento sostanzialmente “contro le autonomie”.
De Magistris duro contro Renzi
Da De Magistris critiche anche al modo in cui Renzi è diventato premier – “non eletto, ma nominato dalla casta” – e al modo in cui svolge il ruolo, con un “uso bulimico e abnorme, in violazione della Costituzione, dei decreti legge e del ricorso alla fiducia”, portando avanti “un ribaltamento eversivo della Costituzione con l’utilizzo della legislazione ordinaria, a colpi di maggioranza”.
Sul piano delle riforme, dure critiche al Jobs Act – considerato responsabile di ridurre i diritti dei lavoratori – e all’opera di smantellamento della scuola pubblica e di lottizzazione di servizi pubblici e di interesse pubblico”. Giudizio negativo anche sullo Sblocca Italia, con cui “si da il via libera al massacro del Paese attraverso faraoniche opere pubbliche, trivellazioni, inceneritori, commissariamenti di interi pezzi di territorio”.