Riforme, Forza Italia è pronta a far valere le proprie condizioni, come precisato da Berlusconi. Cercare di modificare quelle parti della legge elettorale per la Camera che non piacciono l’ex Cavaliere e ai suoi: in particolare la questione del premio di maggioranza. Mentre il PD pare ancora convinto di poter portare avanti la riforma così com’era stata scritta nei mesi scorsi: con un premio di seggi per il partito più votato. Forza Italia vorrebbe modificare la norma per permettere invece alla coalizione di avere il premio. Altro punto della discordia è la riforma del Senato: Forza Italia lo vorrebbe mantenere elettivo; Renzi no.
Brunetta: “Renzi deve parlare al Paese”
La posizione di Fi viene ribadita dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta in una intervista al Mattino: “Abbiamo dettato le nostre condizioni al Consiglio nazionale, spiegando che è necessario cambiare la legge elettorale per dare un premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista e cambiare la riforma con l’elettività dei senatori: un combinato disposto inscindibile”. Quindi il monito al premier: “Renzi non deve parlare a noi, ma al Paese”.
“Mattarella dovrebbe chiamarlo”
E ancora: “I 176 che hanno firmano gli emendamenti al Senato sono il de profundis per Renzi, che non ha quindi la maggioranza. Mattarella dovrebbe chiamarlo e chiedergli conto della sua maggioranza traballante con cui vuol fare riforme profonde e pericolose”.
Sul masterplan per il Sud: “È un piano regolatore”
L’attacco di Brunetta a Renzi è anche sulla questione del Meridione e quindi sul masterplan promesso dal premier per settembre: “È un piano regolatore: non vuole dire nulla. Se avessi la bacchetta magica, investirei in infrastrutture materiali e immateriali, capitale umano, giustizia, portando i migliori cervelli, poliziotti, magistrati, burocrati e professori. Ha bisogno di più risorse per combattere la criminalità, ma anche di una rivoluzione culturale che parta dall’interno”.
Romani: “Renzi ci metta in condizione di sostenere ddl Boschi”
Paolo Romani, capogruppo al Senato per Forza Italia, parla di piena disponibilità a riaprire insieme un cantiere per le riforme costituzionali, che riporterebbe il partito di centrodestra al centro della scena, rendendolo nuovamente determinante per il proseguo del cammino riformatore desiderato dal governo Renzi. Romani precisa: “Per sostenere il ddl Boschi il presidente del Consiglio deve metterci nelle condizioni giuste”.
“Senato elettivo è un passaggio fondamentale”
Il capogruppo azzurro al Senato fa notare: “Il Nazareno non esiste più. Si è chiusa una fase, ma questo non implica che alle regole non si possa riprendere a lavorare insieme. E in questo caso è Renzi a chiudere le porte”. Fi resta alla finestra in attesa della prossima mossa del premier. E sul Senato elettivo, Romani ribadisce: “Non è un tecnicismo, né un espediente per perdere tempo. È un passaggio fondamentale”.
Cuperlo su revisione Italicum
A creare problemi per il governo c’è pure la minoranza PD, che si dice favorevole a cambiare in senso elettivo il Senato e a rimettere in discussione l’impianto dell’Italicum. Cuperlo, raggiunto da Repubblica, a Renzi dice: “Il segretario non dovrebbe avere argomenti contro la revisione della legge elettorale”.
Renzi smentisce apertura a Fi
Sulla legge elettorale circolava voce di una possibile apertura dell’Esecutivo alle modifiche proposte da Fi. Il premio alla coalizione potrebbe convenire, attualmente, anche a Renzi e al Pd. Il premio alla lista potrebbe voler dire ballottaggio con Grillo o Salvini. L’esito di quest’ultimo sarebbe poi tutto da vedere. Un apertura per ora smentita da Palazzo Chigi.
Berlusconi attende paziente
Il voto segreto in aula potrebbe favorire il presidente del Consiglio consentendogli di approvare la riforma senza modifiche. Al referendum poi si vedrà. Centrodestra e minoranza Pd, sul piede di guerra, appoggerebbero il no e la sconfitta per Renzi sarebbe un’ipotesi tutt’altro che remota.
L’altro punto su cui il premier si fa forte è il rischio di elezioni anticipate. Anche su questo, Berlusconi sembra tranquillo: andare alle elezioni con due leggi elettorali diverse (Consultellum per il Senato; Italicum per la Camera) appare complicato. Mattarella potrebbe essere più propenso a chiedere a Renzi di verificare i margini per una nuova maggioranza e aprire quindi ad un Governo di larghe intese.
Lorenzo Chemello