Ci siamo, accordo approvato dal Parlamento greco per quanto riguarda il terzo salvataggio del paese da parte dei creditori internazionali. Martedì scorso è infatti stato trovato l’accordo e mancava solo il voto favorevole dei legislatori, chiamati ora ad attuare importanti riforme e ristrutturazioni.
L’accordo ha ricevuto 222 voti favorevoli e 64 contrari. Gli astenuti invece sono stati 11. Tra i no quello dell’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, mentre un grande fautore del sì è stato proprio il premier Alexis Tsipras che ha dichiarato: “Il sì al piano di salvataggio è fondamentale per la Grecia, con un prestito ponte si tornerebbe a una crisi senza fine”.
Tsipras chiederà la fiducia
Dopo il 20 agosto, data ultima per la restituzione di un prestito alla Banca Centrale europea, Alexis Tsipras chiederà la fiducia al Parlamento. Fiducia che, come annunciato dal deputato Makis Voridis, non sarà votata dal partito conservatore di opposizione Nuova Democrazia. Il voto delle opposizioni è stato decisivo per il primo ministro ellenico nella votazione sull’accordo per il terzo salvataggio.
Sbloccati 85 miliardi di euro
Grazie a questo voto saranno sbloccati fondi per 85 miliardi di euro. Le grandi istituzioni che da mesi sono a lavoro per evitare la tanto temuta “Grexit” – cioè l’uscita della Grecia dall’euro – hanno apprezzato la ” buona cooperazione delle autorità greche”. In una nota Commissione europea e Bce hanno voluto sottolineare che “I negoziati del Memorandum ad Atene hanno avuto l’obiettivo di trovare un accordo su un pacchetto di riforme completo e credibile. La condizionalità – continua la nota – sarà rivista su base trimestrale, prendendo in considerazione i progressi raggiunti. L’accordo è in linea con la dichiarazione dell’Eurosummit del 13 luglio, deve ancora essere approvato a livello politico, ratificato degli Stati, ed avallato dall’Esm”.
Sapin: “Bisogna riscadenzare”. E la Germania frena ancora
Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, si è mostrato contento per il raggiungimento di un accordo ma rimane cauto: “Il piano è concepito per riuscire, ma ora è necessario riscadenzare, rilavorare il debito greco. Bisogna adattarlo, per permettere alla Grecia di ritrovare ossigeno, respirazione, attività”.
A frenare gli entusiasmi anche la Germania, la quale è ora preoccupata per la tenuta del governo di Tsipras. D’altronde, dopo il caos della crisi e il referendum indetto proprio dal premier, Syriza è ormai divisa in due correnti opposte: da una parte c’è chi sostiene il nuovo accordo con i creditori e le riforme strutturali di cui necessita il paese, dall’altra c’è chi è contrario a nuovi accordi e trattative.
Il più soddisfatto per ora è il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem che ha definito il raggiungimento dell’accordo come una vera “buona notizia”. Adesso bisogna aspettare la riunione dei paesi dell’euro che si terrà oggi pomeriggio a Bruxelles: si cercherà un’intesa tra i parlamenti nazionali, con la Germania che vorrebbe avanzare quella proposta, temutissima dal leader ellenico, di un finanziamento ponte di 6,06 miliardi di euro per tre mesi.