Non accenna a scemare la tensione nelle regioni orientali di Ucraina: il ministro della Difesa ucraino, tratteggiando un episodio non del tutto chiaro, ha riferito che due soldati ucraini sono morti e altri due sono rimasti feriti nel rogo del loro autocarro avvenuto ieri nella regione di Kherson, vicino al confine con la Crimea. Sempre ieri sono morti sette militari di Kiev a causa di un’imboscata dei filorussi nei pressi di Oktiabrsk, a 20 chilometri da Kramatorsk, altri sette sono rimasti feriti: quest’ultimo è stata l’attacco con maggiori perdite tra le fila delle truppe regolari da quando il governo di Kiev ha lanciato l’offensiva antiterrorismo nelle regioni controllate dai federalisiti.
Oggi si terrà, nel Palazzo del Governo della Capitale, il primo incontro del tavolo di unità nazionale che dovrà trovare una rapida soluzione al conflitto interno: sono stati convocati politici nazionali e regionali, due ex presidenti ucraini (ma non Iuschenko protagonista della “rivoluzione arancione” filo-occidentale) e i candidati alle prossime elezioni del 25 Maggio, esperti e rappresentanti della società civile, esponenti del clero e dell’economia tra i quali figura l’uomo più ricco d’Ucraina ovvero Rinat Akhmetov finanziatore acclarato dell’ex presidente Yanukovich e sostenitore dei filorussi combattenti dell’Est, almeno secondo Pavel Gubarev il governatore della Repubblica Indipendente di Donetsk; Akhmetov nega di finanziare l’insorti anche se si è sempre dichiarato a favore di un’ampia autonomia delle regioni orientali ma sempre in un’Ucraina unita.
Naturalmente non sono stati invitati i rappresentanti dei separatisti, che Kiev ha sempre considerato alla stregua di “terroristi”, che oggi hanno incassato l’approvazione del Presidente della Duma russa, Serghei Narishkin, che – pur ammettendo “errori durante il voto del referendum per l’indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk” – considera “convincenti” i risultati del referendum stesso – “le autorità di Kiev dovrebbero tenerne conto” – senza una tale presa di coscienza, ha concluso Narishkin, le elezioni del 25 Maggio non potranno che risultare “incomplete”.
Guglielmo Sano