Il senatore di Forza Italia Bartolomeo Amidei, multato per divieto di sosta, ha provato ad evitare di pagare le sanzioni ma gli è andata male. Il 2 aprile e il 6 giugno 2015 il senatore Amidei parcheggia una Hyundai iX35 non di sua proprietà, ma posseduta in comodato d’uso, in piazzale D’Annunzio a Rovigo, sede della federazione polesana di Forza Italia e del suo ufficio.
Amidei e la Zona a traffico limitato (ZTL)
Amidei il 7 agosto, impugna carta e penna e scrive su carta intestata del Senato della Repubblica indirizzando la missiva al comandante della Polizia municipale di Rovigo, Giovanni Tesoro, per manifestare espressamente la propria intenzione di non pagare le sanzioni amministrative.
A detta del senatore Amidei, infatti, la sosta sarebbe avvenuta durante l’esercizio delle funzioni di senatore della Repubblica all’interno del proprio ufficio per il quale paga un regolare affitto. Peccato che il senatore non abbia ancora inoltrato la richiesta di permesso per la sosta in ztl, e che, quindi, la sua richiesta di esenzione dal pagamento della contravvenzione viene bocciata.
Pubblicazione della lettera del senatore Amidei
Il comandante della Municipale di Rovigo provvede a far pubblicare l’intera lettera scritta da Amidei su un quotidiano locale. Una pubblicazione a cui il senatore risponde con un’ulteriore lettera sul Gazzettino di Rovigo scritta per rigettare l’accusa di aver voluto far ricorso all’immunità parlamentare. Nella lettera il senatore lamenta un comportamento inappropriato da parte del comandante Tesoro, colpevole di aver divulgato a mezzo stampa, e senza autorizzazione della controparte, una missiva scritta in forma riservata.
Lieto fine: pagherà le multe
Fatto sta che in un momento in cui l’antipolitica esercita pressione sugli eletti a ricoprire una funzione pubblica, la vicenda ha sollevato un enorme polverone attorno al senatore di Forza Italia. Proprio oggi, infatti, Amidei, seppur rammaricato per la violazione della propria privacy, ha annunciato che per porre fine a polemiche sterili pagherà le contravvenzioni.
Francesco Angelone