Grecia: dopo la riunione dell’Eurogruppo di venerdì le possibilità di un’uscita dall’Euro si sono drasticamente ridotte anche se l’economia non va per niente bene.
Grecia: “temporaneamente” salva
Superate le perplessità della Germania, che chiedeva l’erogazione di un secondo prestito-ponte dopo quello di 7,16 milioni di euro risalente a luglio, venerdì l’Eurogruppo ha approvato il terzo salvataggio della Grecia. Ad Atene andranno 85,5 miliardi di Euro in 3 anni: entro giovedì – quando dovrebbe restituire 3,2 miliardi alla BCE – riceverà la prima tranche da 26 miliardi.
Quest’ultima sarà formata a sua volta da due sotto-tranche: la prima, che consiste in una decina di miliardi, servirà a ricapitalizzare le banche, la seconda, gli altri 16 miliardi, verrà erogata in più volte a condizione che la Grecia raggiunga gli obiettivi prefissati.
Dunque, l’eventualità di una Grexit si è ridotta significativamente ed è possibile che anche la borsa di Atene recuperi, è crollata del 15% dopo 5 settimane di chiusura forzata, mentre i prezzi titoli di stato stanno già risalendo dopo le bassissime prestazioni di giugno e luglio.
Grecia: biennio di recessione
Tuttavia, per i greci si prepara un biennio di dura recessione: solo per quest’anno si prevede un calo del Pil di almeno il 2% (la Commissione Europea stima una contrazione del 4%). La disoccupazione, già oltre il 25% non potrà che aumentare. Inoltre, presto arriveranno i tagli alle pensioni che ammonteranno alla metà dell’intera spesa previdenziale.
Da precisare che non saranno tagliati gli assegni ma sarà elevata l’età pensionabile, si elimineranno i sussidi per alcune categorie, chi andrà in pensione prima dei 67 anni potrà contare solo sui contributi versati senza alcuna integrazione da parte dello stato. Questa misura permetterà alla Grecia di risparmiare 48,5 miliardi nei prossimi 3 anni, d’altra parte, per ogni anno si perderanno 8 punti di Pil in redditi.
Grecia: il pericolo politico
L’intesa raggiunta sul salvataggio della Grecia con tutta probabilità annuncia l’appuntamento con le elezioni anticipate. Al parlamento greco quasi un terzo dei deputati di Syriza si è astenuto (11 più un deputato che non ha preso parte al voto) o ha votato contro (32) il nuovo piano di prestiti. Al momento l’ala estrema del partito sembra poco propensa a rientrare nei ranghi, per questo motivo il ministro dell’Energia Panos Skourletis ha annunciato che presto il governo Tsipras metterà la “fiducia” sul salvataggio. Probabilmente dopo la scadenza con la BCE del 20 luglio
Le opposizioni che hanno sostenuto il salvataggio, ovvero Nea Demokratia e Pasok, hanno già reso noto che non voteranno a favore del governo. In questo momento, Tsipras può contare solo su 106 parlamentari di Syriza e 11 “Greci Indipendenti” (mentre è di 120 voti la soglia che garantirebbe la sopravvivenza di un esecutivo di minoranza).