Quirinale, la spending review è ancora troppo morbida
Una parte del personale della Presidenza della Repubblica continuerà ad usufruire dei cosiddetti “alloggi di servizio”, in soldoni appartamenti adiacenti al Quirinale con canoni di “concessione” molto vantaggiosi. Secondo una previsione del Corriere della Sera, solo un numero ristretto tra i 10 e i 15 funzionari potranno continuare ad avvalersi di questi appartamenti, ossia coloro che rispondono a quei “criteri obiettivi” indicati dal decreto presidenziale (n.14) emanato lo scorso 6 agosto: quei dipendenti, cioè, che svolgono funzioni cruciali che impongono “esigenze di reperibilità, flessibilità e prolungamento della presenza in servizio oltre l’orario di lavoro”.
La storia dei canoni di affitto stracciati per gli inquilini dei 58 appartamenti divisi tra 4 palazzi che affacciano su piazza del Quirinale – i complessi di San Felice (dove nel 2011 furono rinvenuti resti di un ciclo pittorico del Quattrocento) e Martinucci, le Scuderie da Tiro e il Palazzo di Sant’Andrea – era stata raccontata sabato scorso dal Fatto Quotidiano. In prima pagina, il quotidiano diretto da Marco Travaglio titolava: “Case di lusso a prezzi stracciati per gli uomini del Quirinale”.
Nell’articolo firmato da Valeria Pacelli si spiegava come il decreto presidenziale del 6 agosto scorso avesse permesso sì di avviare un principio di spending review anche sul Colle più alto, ma che i tagli – in vigore dal primo settembre prossimo – non varranno per tutti i funzionari del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica. Come ha precisato l’Ufficio Stampa del Quirinale stamani in una lettera di precisazioni inviata proprio al Fatto Quotidiano, i benefit rimarranno per quella parte del personale che svolge “compiti tali da richiedere una effettiva continuità di esercizio e per il quale le esigenze di reperibilità oltre l’orario di lavoro, assumano carattere di ordinarietà”. “Questi dipendenti – si legge nella nota – potranno richiedere di usufruire di un alloggio di servizio, dietro pagamento di un canone ridotto ma per il quale è stato comunque determinato un significativo aumento rispetto agli attuali livelli”. E qui casca l’asino. Quali sarebbero gli attuali livelli?
Secondo Il Fatto Quotidiano (che cita una fonte interna al Quirinale), sotto la presidenza di Giorgio Napolitano gli appartamenti venivano concessi gratuitamente. Nella nota inviata al quotidiano di Travaglio la Presidenza della Repubblica invece ha provato a smentire questa ricostruzione: “gli alloggi di servizio in passato non sono stati concessi a titolo gratuito ai dipendenti, essendo invece previsti canoni di locazione di importo ridotto”. A quanto ammonti questo importo, però, non è dato saperlo.
Secondo il nuovo decreto, comunque, è stata elaborata una tabella dei nuovi canoni di allocazione con la collaborazione dell’Agenzia del Demanio. L’articolo 8 stabilisce che i locatari dovranno pagare “3 euro e 60 al metro quadrato, per i primi cento metri; 5 euro e 40 al metro quadrato, per i metri quadrati eccedenti i primi cento”. E così via. Quindi, se la matematica non ci tradisce, un appartamento con vista sul Quirinale (centro di Roma) di 100 metri quadrati verrebbe a costare 360 euro al mese, un prezzo molto inferiore rispetto alla media degli affitti nella stessa zona della Capitale.
Nonostante ciò, è previsto un aumento del prezzo dei canoni del 20%. Oltre al risparmio di denaro pubblico, sottolineano dal Colle, l’obiettivo è quello di “ottenere, a partire dal 2018, la liberazione di vaste aree immobiliari, prima riservate a uso esclusivo del Quirinale” che in futuro “saranno destinare a un uso pubblico”.
Tutti i funzionari che, secondo le nuove norme, non potranno più usufruire di questo beneficio saranno costretti a lasciare gli appartamenti entro il 31 dicembre del 2017, cioè “avranno due anni per trovare un’altra soluzione abitativa” anche se – specifica il Quirinale – “nella fase transitoria, dovranno versare per il primo anno un canone assai superiore a quello attuale, che crescerà notevolmente nel secondo anno”. Nello specifico: il 30% del nuovo canone per il 2016 e il 60% per il 2017.
Infine, tutti i consiglieri del Presidente (16 in tutto) avranno a disposizione solo una “foresteria di piccole dimensioni”.
Giacomo Salvini