Intervista a Enrico Zanetti: “Meno tutela dei diritti acquisiti, TASI via su immobili aziendali”
Enrico Zanetti: meno tutela dei diritti acquisiti, TASI via su immobili aziendali, intervista con il Termometro
Abbiamo raggiunto Enrico Zanetti, sottosegretario all’economia e segretario di Scelta Civica per chiedergli all’inizio dell’anno sociali quali sono le cause della bassa crescita dell’Italia, cosa pensa di un taglio della TASI e delle partite IVA e delle prospettive del suo partito, Scelta Civica.
– Onorevole Enrico Zanetti, l’Italia cresce dello 0,5%, ancora una volta uno dei progressi del PIL minori dell’Eurozona, in particolare colpisce il confronto con il +3,1% della Spagna. Cosa manca all’Italia rispetto per esempio al Paese iberico? Cosa ci frena?
Le concause sono molte, ma, se devo tentare una sintesi, dico: la vischiosità del Paese. Invece che avere un welfare efficace per chi perde il lavoro o gli salta l’impresa e in parallelo un ambiente altamente competitivo che consente di correre a chi ha le gambe per farlo, abbiamo fatto per decenni un miscuglio indigeribile tra politiche diverse che ha trasformato l’Italia in una enorme guerra di trincea, dove perdere un metro conquistato è magari più difficile che altrove, ma dove conquistare un metro è ormai divenuto quasi impossibile. Serve meno tutela dei diritti acquisiti e maggiore possibilità di acquisire diritti.
– Per il 2016 il governo ha promesso riduzioni fiscali, partendo dalla TASI. Lei e Scelta Civica siete d’accordo? Quali sono le priorità? Cosa avreste fatto se fosse stata Scelta Civica e non il Pd ad avere quasi la maggioranza assoluta dei deputati alla Camera e il presidente del Consiglio?
Innanzitutto vorrei sottolineare che il governo è partito da lavoro e produzione, operando nel 2014 il taglio del cuneo fiscale lato lavoratori per i dipendenti fino a 26mila euro di reddito e nel 2015 il taglio del cuneo fiscale lato imprese con la piena deducibilità dall’IRAP del costo del lavoro a tempo indeterminato. Dopodiché è indubbio che noi preferiremmo si proseguisse su questa strada, lasciando alla fine del percorso gli interventi sulla prima casa. Siamo comunque disposti ad accettare una inversione dell’ordine dei fattori se il prodotto complessivo non cambia, ma pensiamo che in ogni caso i 3,4 miliardi necessari per azzerare la TASI prima casa sarebbero più utilmente impiegati riducendo la TASI prima casa “solo” per 2,2 miliardi e destinando i restanti 1,2 miliardi a finanziare la piena deducibilità dal reddito di impresa dell’IMU pagata sui capannoni. Questa è la posizione che terremo.
– Partite IVA, nell’ultimo anno lei è stato decisivo per prorogare la disciplina dei minimi ancora 12 mesi, cosa si deve aspettare una partita IVA a basso reddito per l’anno prossimo? Un aumento dei contributi? Una riforma? Quale?
Verrà alzato a 30mila euro il tetto di fatturato entro cui risulterà possibile avvalersi del nuovo regime al 15% e verrà altresì mantenuta l’aliquota del 5% per chi è nei primi 5 anni di attività. In pratica, una fusione definitiva tra vecchio e nuovo.
– Scelta Civica non riesce a toccare l’1%, e viene sempre associata a Monti e Fornero. Cambierà nome in Cittadini? Quando? Come pensate di aumentare i suoi consensi? Con quale strategia?
Scelta Civica non è mai stata il partito di Mario Monti, neppure nei pochi mesi in cui lui l’ha guidata. Scelta Civica è nata come spazio politico libero, per un rinnovamento politico diverso da quello distruttivo del M5S, a fronte di uno scenario desolante che imponeva la scelta tra due blocchi che si erano già contrapposti nel 2001, nel 2006 e nel 2008 e ancora volevano bloccare il Paese nella loro finta alternanza. Poi le cose sono andate malamente, perché chi si è succeduto alla guida del movimento ha dimostrato di crederci assai meno delle sue possibilità di immediato incasso personale e non è un caso che tutti i maggiorenti dell’inizio siano oggi in altre formazioni, dopo essersi portati via le cariche ottenute grazie ai loro ruoli nel movimento. Lo scorso febbraio, con il primo congresso, abbiamo voltato pagina. Far ripartire Scelta Civica in quanto tale, dopo tanto scempio, non è semplice, ma lo spazio politico c’è tutto e, se opportuno, non sarà certo un cambio di nome a spaventarci.
– Cosa direbbe a un italiano, soprattutto uno di quelli che ha subito la crisi ed è a basso reddito, che le chiedesse perchè dovrebbe votare Scelta Civica ora?
Perché per far ripartire il Paese serve una politica che non abbia alle spalle venti anni di ex politici con i vitalizi e dirigenti e amministratori pubblici piazzati in ogni dove e da mantenere dove si trovano anche se non hanno dato buona prova di se’, ma anche una politica che alla freschezza della novità e all’orgoglio della trasparenza, condizioni assolutamente necessarie ma oggettivamente non sufficienti, abbini la valorizzazione delle competenze e delle esperienze nei diversi settori della società civile. Scelta Civica è lo spazio politico nato per rappresentare tutto questo.