Le fondazioni più sovvenzionate sono quelle di natura politica, dove figurano nei cda rappresentanti o ex. Parlamentari, soprattutto. Quasi un asservimento nei confronti della politica. La fitta rete delle fondazioni viene messa sotto osservazione da parte del quotidiano Il Fatto Quotidiano. Chi finanzia – per un triennio – è il Ministero dei Beni e delle attività Culturali. Ma Il Fatto sostiene che queste fondazioni (da un ordinamento ben diverso rispetto alle associazioni di volontariato, alle onlus) siano messe nel calderone insieme a quelle asd che, tra mille difficoltà, prestano servizi fondamentali per la cittadinanza.
Il Ministero dei Beni e attività culturali e turismo destina 5,6 milioni per enti e istituti culturali. A questi, come sostiene Stefano Sansonetti de La Notizia, sono affidati dei voti (da ‘eccellenza’ a ‘sufficiente’, passando per ‘ottimo’ e tanti altri ancora). Ad ognuno di questi voti è destinata una sovvenzione: al top 140.000 euro, alla seconda 90.000, scendendo sempre più.
Istituti e Fondazioni messi sotto la lente di ingrandimento
Quali sono queste associazioni di persone in cima alla lista? Anzitutto l’Istituto Sturzo, con l’ex Ministro Enrico Giovannini in dirigenza. Quindi la Fondazione Gramsci, che vede l’ex segretario dei Democratici di Sinistra ed attuale Sindaco di Torino, Piero Fassino, nel cda. Questi due enti vedono una ‘donazione’ da parte statale di 190.000 euro, rientrando nelle eccellenze. L’Accademia della Crusca (la più prestigiosa istituzione linguistica d’Italia) , tanto per fare un esempio, invece, si trova in seconda posizione (90.000 euro).
Poi tutta una miriade di piccole fondazioni, come quella Craxi (presieduta da Stefania Craxi) che percepisce 30.000 euro, mentre la Fondazione Di Vagno 25.000. Ma c’è la Fondazione Ugo La Malfa che fa capolino, con 15.000 euro.
Un’accusa forte quella de Il Fatto Quotidiano. Tanto più perché vede un evidente legame con la presenza di attuali o ex rappresentanti parlamentari: nella Di Vagno c’è Gianvito Mastroleo del Psi pugliese come Presidente, mentre nella Ugo La Malfa c’è Giorgio tra i consiglieri. Un legame che secondo Alessio Schiesari si è reso sempre più palese, stretto e con evidenti dubbi di utilità storica.
Daniele Errera