“La Fiom nel 2010 ha depositato una proposta di legge popolare con 120mila firme per varare una legge sulla rappresentanza. Nel mentre alla Camera c’è la stessa proposta in discussione. Non siamo colti di sorpresa sul tema, abbiamo delle proposte”. Lo dice Maurizio Landini, leader della Fiom, a Repubblica in un’intervista a proposito dell’intenzione del premier Renzi di rivedere la normativa sugli scioperi, le sigle sindacali e le soglie.
Sì, se ne può parlare, le proposte ci sono, ma attenzione: “Lo sciopero è un diritto individuale garantito”, tiene a ricordare Landini, e come tale non si tocca; sulle soglie invece se ne può discutere, ma “l’eventuale accordo va anche sottoposto al voto di tutti i lavoratori, compresi quelli precari. Chiediamo una legge di rappresentanza semplice, non invasiva, in base agli iscritti e ai voti delle Rsu, garantendo che in tutti i posti di lavoro ci si possa iscrivere al sindacato che si vuole e votare”. Landini poi fa un’ulteriore precisazione: “E però la rappresentanza deve valere anche per le associazioni imprenditoriali, non solo per il sindacato”.
In merito invece alle proposte di modifica dei contratti nazionali Landini è anche qui categorico su alcuni punti: “Delle modifiche sono necessarie, nel senso i 400 contratti nazionali possono essere ridotti a una decina. Ma cancellare la contrattazione su scala nazionale non è accettabile“.
La risposta alla Lega: “Non andrò a scuole di partito”
Maurizio Landini ha anche risposto all’invito della Lega Nord a partecipare ai suoi corsi di “formazione politica”: “A dire il vero devo ancora ricevere l’ invito”, dice il leader Fiom smentendo l’indiscrezione della stessa Repubblica che lo dava come già pervenuto al sindacalista. “Ma – aggiunge – non andrò a scuole di partito. In più per onestà aggiungo che su alcune finalità e su alcuni temi della Lega, dai migranti all’Europa, c’è una incompatibilità con i valori della Fiom“.