Sondaggi sull’economia Lorien: italiani ancora pessimisti ma meglio il lavoro

sondaggi sull'economia, curve delle opinioni sulle eleconomie italiana o mondiale

Sondaggi sull’economia Lorien: italiani ancora pessimisti ma meglio il lavoro

Lorien nel suo report estivo di luglio ha trattato, oltre alla fiducia verso politici e principali istituzioni, e ai temi scottanti dell’immigrazione, anche le ansie e le previsioni degli italiani sul’economia.

Dal lato del lavoro vi è un piccolo miglioramento: erano il 6% in più coloro che a luglio ritenevano la propria situazione lavorativa stabile e tranquilla, anche se più che compensava la diminuzione di coloro che la ritenevano “abbastanza stabile”, lasciando spazio anche a un aumento della precarietà.

Rimangonono poi di più le aziende che secondo gli intervistati stanno riducendo il personale piuttosto che assumere

 

Sondaggi sull’economia Lorien: leggera ripresa delle prospettive economiche

La gran parte degli italiani continua ad avere opinioni negative sull’economia italiana, mondiale ed europea, e rimangono una minoranza coloro che vedono più rosa, ma è una minoranza che pare crescere un poco, per esempio passando dal 5% a 10% sull’economia italiana e dal 12% al 20% su quella mondiale, tornando ai valori di quasi un anno fa, prima della doccia gelata che smentì le aspettative di ripresa per il 2014.

A livello personale leggero aumento delle previsioni positive, ma rimanendo sotto il 50%, mentre la situazione professionale sarà positiva per il 27%, comunque più del 22% toccato in primavera.

Sondaggi sull’economia Lorien: ancora pessimismo sui consumi

Un campo in cui ancora regna il pessimismo è quello sui risparmi e sui consumi: vi è una differenza del 21% tra chi pensa che risparmierà di più e chi crede che invece risparmierà di meno, posto che la maggior parte vede la situazione come stabile. Analogamente per i consumi sono di più coloro che ritengono che consumeranno di meno, rispetto a quelli che prevedono un aumento dei proprio consumi, un 8% in più per i consumi quotidiani, e un 29% in più per quelli durevoli, che in effetti sono quelli che hanno subito maggiormente la crisi.

Rimane un differenziale negativo anche per al situazione economica familiare, anche se inferiore, tra chi pensa che migliorerà e chi ritene che dovrà peggiorare