Crisi Grecia: Tsipras in testa ma Nea Demokratia mira a evitare il voto
Le dimissioni di Tsipras sono ormai nelle mani del presidente della Repubblica, con la richiesta di elezioni anticipate il prossimo 20 settembre.
Il premier greco si sente forte dei sondaggi, in realtà risalenti ancora a luglio, che lo vedevano nettamente in testa e diretto verso la maggioranza assoluta, dopo le tormentatissime settimane di luglio in cui dopo avere avuto l’appoggio dei greci in un referendum per respingere le condizioni della troika a nuovi aiuti, si è ritrovato ad accettarle con ulteriori dure clausole di monitoraggio.
I greci tuttavia sembrano essergli grati per avere almeno provato a tenere testa a Commissione europea e FMI, e per avere soprattutto impedito alla Grecia una uscita dall’euro.
Secondo l’istituto di sondaggi Metron infatti, erano la stragrande maggioranza i greci favorevoli all’euro, il 78%, persino tra i comunisti, solo gli elettori di Alba Dorata vorrebbero un ritorno alla dracma
E Syriza superava Nea Demokratia di circa 20 punti, avviandosi alla maggioranza assoluta
Crisi Grecia: Tsipras mira a liquidare i dissidenti interni, ma Nea Demokratia non vuole andare a elezioni
Sondaggi dunque favorevoli a Tsipras nonostante le pesanti defezioni interne a Syriza. 38-40 i deputati del partito di maggioranza che a luglio avevano votato contro l’accordo per garantire 86 miliardi di aiuti internazionali, tra cui la presidente del Parlamento.
25 di questi deputati hanno formato Unità Popolare, che sfiderà da sinistra Syriza e la sua posizione di compromesso con l’Europa. Non c’è tra loro però Varoufakis, cosa che certamente li indebolisce.
Non ci sono ancora sondaggi che testino il potenziale del nuovo partito, ma l’intenzione di Tsipras è quella di avere un 160 circa deputati suoi fedeli, contro i 110-120 attuali che non garantiscono una maggioranza, neanche con gli alleati di destra degli Indipendenti Greci
La strada sembrerebbe spianata per il premier greco, ma la legge del Paese ellenico stabilisce che se le dimissioni del premier vengono a meno di un anno dalle ultima elezioni, che sono state infatti a gennaio, il presidente della Repubblica prima di indire elezioni anticipate è obbligato a dare un mandato esplorativo al secondo partito per vedere se è possibile avere una nuova maggioranza.
Vi sono praticamente pochissime possibilità che una nuova maggioranza si formi, ma il prestigioso giornale Ekathimerini riporta come il leader del principale partito di opposizione Nea Demokratia Meimarakis miri a evitare le elezioni anticipate e abbia già incontrato i socialisti del Pasok e i liberal di Potami, nonchè con la presidente del Parlamento, dissidente di Syriza e ora membro di Unità Popolare.
Meimarakis avrebbe anche affermato di poter accettare come premier l’attuale vice di Tsipras Dragasakis se necessario ad evitare elezioni anticipate. L’interessato ha però respinto la proposta.
L’intento di Nea Demokratia è chiaro visti i sondaggi che a luglio la davano in picchiata poco sopra il 20% e con un’emorragia di voti in uscita soprattutto verso partiti centristi più liberali.
La strada verso elezioni anticipate e un trionfo di Tsipras sembra dunque spianata ma trattandosi di Grecia dobbiamo ancora attenderci possibili sorprese