Giuliano Ferrara: Mafia capitale non esiste, e ognuno seppellisce i morti come vuole
L’aveva già affermato a marzo e a giugno, in due diverse occasioni, per Giuliano Ferrara la mafia a Roma non c’è.
“La mafia a Roma non esiste e questo lo hanno capito tutti, compreso il procuratore generale della Cassazione. Siamo in presenza di un giornalismo di quart’ordine”, aveva detto durante una litigata con il giornalista del Fatto Quotidiano Lillo alla radio, riferendosi alla frase del procuratore generale della Corte dei Conti (e non della Cassazione) che a febbraio aveva sostenuto “Secondo me, quando si parla di mafia a Roma, si fa un errore. C’è un’improprietà di linguaggio. La mafia è tutt’altro”.
Durante una scoppiettante puntata della Zanzara di giugno aveva ribadito il concetto con Cruciani, dando agli indagati nello scandalo dei “piccoli cravattari di Trastevere”, responsabili di piccola corruzione, lontanissima dai grandi affari della mafia e della ndrangheta.
Di più: “Mafia Capitale? E’ una espressione ridicola. E poi di questi magistrati non c’è nessuno romano, non capiscono le intercettazioni. Si capisce che è gente consapevole del fatto che sta facendo la cresta sulla spesa pubblica assistenziale e solidale, ma non sono mafiosi. Per fare un’inchiestina da quattro soldi e – continua – poter intercettare tutti, e per poter come al solito sputtanare la politica, hanno applicato il 41bis fingendo che ci siano gli arsenali e hanno trovato un coltellino per tagliare il pesce”
Mafia capitale, per Ferrara quello d Casamonica è stato un funerale zingaro e nulla più
Ora, dopo lo scoppio dello scandalo del funerale del boss Casamonica, l’ex direttore del Foglio ritorna su Mafia Capitale in un editoriale proprio sul suo giornale, in cui afferma che “stanno cercando di convincerci che a Roma tutto è in mano a una mafia la cui cupola veniva intercettata, mentre chiacchierava à la Tolkien di terre di mezzo e di altre cazzate, su una panchina di un distributore di benzina di Vigna Clara, quartierino di Roma nord per affluenti e fighetta, cercando accordi e patti per locupletare di mazzette personale municipale corrotto in ordine a raccomandazioni, assunzioni, appaltini di una rete di cooperative umanitarie fino a ieri molto prestigiose e molto sociali” e sostenendo che il funerale del boss è solo un esempio di “funerali kitsch-glamour di un capofamiglia Sinti, Vittorio Casamonica, immigrato in Italia negli anni Settanta, e installato con i suoi cari nella zona orientale della Capitale, dove si è radicata una rete di esattori di crediti (usura) e altre bellurie paracriminali certo non commendevoli, roba da cravattari di grido, magari fiancheggiando qualche boss della compianta banda della Magliana, ma che la mafia non c’entri un tubo sono propri i funerali zingari a dimostrarlo”.
Di fronte a questi fenomeni per Ferrara la magistratura e la politica hanno perso la testa gridando sempre a Mafia Capitale “come se fosse un dipartimento del Comune”.
Insomma, per l’ex direttore del Foglio Roma è sempre stata corrotta, dall’antichità, e questi fenomeni, dalla cresta sugli immigrati ai funerali kitsch di un boss, sono “solo” un ulteriore esempio della natura millenaria della capitale, non la testimonianza di un nuovo fenomeno mafioso. Se voleva, come altre volte, far parlare di lui, probabilment eci è riuscito.