Il controverso tema delle unioni civili infiamma il dibattito politico da mesi. Oggi è intervenuto sull’argomento il presidente della Cei, Angelo Bagnasco. “La Chiesa non è contro nessuno. Crede nella famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all’esperienza universale dei singoli e dei popoli: papà, mamma, bambini, con diritti e doveri che conseguono il patto matrimoniale. Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e quindi un’omologazione impropria. I diritti individuali dei singoli conviventi, del resto, sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale”.
No quindi al disegno sulle unioni civili preparato dal governo che Renzi vorrebbe far approvare entro la fine dell’anno. Un mese fa, il segretario della Cei, Nunzio Galantino, aveva definito “paradossale” l’attenzione dell’esecutivo verso un tema “non urgente”. “Restiamo convinti che una cosa sia la famiglia fondata su due persone di sesso diverso, come prevede l’articolo 29 della Costituzione, e tutt’altra siano le unioni tra persone dello stesso sesso. È troppo chiedere che tale diversità venga rispettata dal Legislatore come dal Governo?”.
Unioni civili, Scalfarotto: “Bagnasco fuori dal tempo”
Alle parole di Bagnasco, ha replicato duramente il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e alle Riforme, Ivan Scalfarotto. “Bagnasco è oggettivamente fuori dal tempo, la sua riflessione non tiene conto della realtà e si scontra con l’evidenza dei più grandi paesi e dei più prestigiosi ordinamenti giuridici nel mondo, com Gran Bretagna, Francia, Spagna, Stati Uniti d’America”. “Tutto quello che sta succedendo nella parte più avanzata del mondo -avverte Scalfarotto- contrasta con quanto succede in Italia. Bagnasco, quindi, è oggettivamente fuori dal tempo e vuole lasciarci in compagnia di quei paesi che non rispettano i diritti umani. Infatti, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, precisando che la nostra realtà, in assenza di un riconoscimento delle coppie omosessuali, costituisce una violazione dei diritti dell’uomo. Chiedo, quindi, a Bagnasco se lui trova compatibile con il rango che l’Italia ha all’interno della comunità internazionale il fatto che il nostro Paese sia condannato perchè all’interno del suo ordinamento giuridico si consuma una violazione dei diritti umani”.