Spending Review, almeno 3 miliardi di taglia alla sanità, anche Cottarelli d’accordo

Pubblicato il 23 Agosto 2015 alle 14:20 Autore: Gianni Balduzzi
Carlo Cottarelli e la manovra 2018

Spending Review, ameno 3 miliardi di taglia lla sanità, anche Cottarelli d’accordo

Tempi di mosse ambiziose questi, da un lato si deve rispettare gli impegni con la Commissione europea di non far perlomeno aumentare il deficit (dovremmo in realtà ridurlo al 1,8% del PIL nel 2016, ma sarà una chimera), dall’altro il governo Renzi non vuole rinunciare a mosse popolari, come l’abolizione della TASI sulla prima casa, magari da sostituire con una local tax .

Tuttavia anche altri impegni finanziari aspettano il governo, non si tratta solo dei 3,8 miliardi dell’abolizione della TASI, ma dei molti altri miliardi che abbiamo già riassunto qui, in sostanza:

  • 17,485 miliardi (Cgia di Mestre) serviranno per evitare di far scattare le clausole di salvaguardia, tra cui l’aumento dell’Iva (12,8 miliardi), le accise sul carburante (700 milioni), l’aumento delle aliquote sulle agevolazioni e detrazioni fiscali provenienti dalla legge di stabilità del 2014 (3,3 miliardi) e il mancato gettito proveniente dalla voluntary disclosure – il rientro dei capitali – che vale circa 600 milion

  • 500 milioni saranno destinati alla reindicizzazione delle pensioni dopo la recente sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale una parte della legge Fornero del 2012 (quella sulla perequazione inerente al biennio 2012-2013).

  • frutto di un’altra sentenza della Corte Costituzionale sono gli 1,6 miliardi che dovranno essere trovati per finanziare il ritorno della contrattazione per i dipendenti pubblici bloccata dal 2010.

  • 728 milioni invece serviranno per coprire il buco creato dall’Unione Europea sul reverse charge (inversione contabile) che serviva ad eliminare la detrazione dell’Iva sugli acquisti.

  • 1 miliardo costa invece l’abolizione dell’Imu agricola e sugli “imbullonati” (ma c’è già chi parla di 3 miliardi)

E’ per questo che non si potrà solo fare affidamento alla crescita, è molto in dubbio se si raggiungerà veramente il +1,3% previsto per il 2016, o sulla flessibilità europea, che permetterebbe di racimolare (secondo le idee di Gutgeld) 20 miliardi rinunciando al 1,8% di rapporto deficit/PIL e arrivando a ridosso del 3%, e tuttavia non sarebbe accettato in Europa uno schiaffo così sonoro agli impegni che addirittura preveda un aumento del deficit. Se flessibilità sarà, sarà per cifre sicuramente inferiori.

Spending Review, la palla passa a Gutgeld, che ripropone i tagli alla spesa sanitaria di Cottarelli

E allora giunge il momento della spending review,  così a lungo rimandata, evitata e temuta per la sua impopolarità, in quanto sulla carta sarebbero tutti d’accordo sui “tagli agli sprechi”, fin quando non si scopre che sarebbe anche il loro settore ad essere vittima della falce.

La sostituzione di Cottarelli con il fedelissimo del premier Gutgeld aveva ingenerato molte polemiche, ma oggi Cottarelli si trova sostanzialmente d’accordo con il suo successore e dal Meeting di Rimini di CL afferma che i 10 miliardi di tagli preventivati dal governo sono possibili e raggiungibili e in particolare che “il sistema sanitario nazionale funziona, ma ci sono risparmi da fare soprattutto perchè l’efficienza è molto diversa tra le varie regioni ed anche all’interno di ciascuna di esse. Una cifra possibile di risparmi senza stravolgere il sistema è tra i tre ed i cinque miliardi di ulteriori risparmi rispetto a quanto è stato fatto. Ci sono margini importanti. L’importate è procedere con un intervento mirato”

spending review, volto di Cottarelli

Naturalmente non basta: ai 3 miliardi di tagli della sanità si devono aggiungere quelli agli acquisti di beni e servizi la voce che più è cresciuta in questi anni, soprattutto perchè divisa in una miriade di centri di costo locali, fino a 30 mila soggetti pubblici diversi.

La volontà sarebbe di ridurle solo a 30, e di generare risparmi di 3,5 miliardi circa, cui aggiungere 1,5-2 miliardi di tagli ai ministeri e ad alcuni stipendi apicali, e 1,5-2 miliardi di tagli ai sussidi a agricoltura, pesca, armatori, autotrasporto, come viene ben riassunto da questo schema de la Stampa:

spending review, torta della Stampa, con spicchi corrispondenti alle fonti della manovra da 25 miliardi

 

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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