Vittorio Feltri: a Berlusconi è rimasto il culetto del centrodestra, è morto
Feltri, si sa, non le manda a dire, dopo una carriera certamente soddisfacente e con una immagine di impertinente con la lingua lunga, certamente non è su Berlusconi che si trattiene, una persona cui è stato legatissimo negli ultimi 20 anni, cui deve molto e cui ha dato moltissimo.
E’ stato Berlusconi che ha portato Feltri alla direzione del Giornale, orfana di Montanelli, andatosene indignato dopo la discesa in campo del Cavaliere e la sua richiesta di prendere le sue parti nell’avventura politica appena iniziata.
Era un azzardo, ma Feltri è riuscito a rendere il Giornale l’house organ del centrodestra berlusconiano, portandolo a un numero di copie anche superiore a quello dell’epoca montanelliana, bissando il successo dell’indipendente, il Giornale diretto prima del 1994, che calvacando l’onda di Mani Pulite era arrivato da 15 mila a 120 mila copie come Feltri ricorda nell’intervista con Dagospia .
Come ammette, non senza una punta d’orgoglio Feltri, tutto questo l’ha fatto anche per denaro: un miliardo di lire l’anno era il compenso offertogli da Berlusconi nel 1994, il doppio di quello dell’Indipendente.
Ora nella stessa intervista gli viene chiesta un’opinione sulla politica attuale
Feltri: Renzi in sindrome di onnipotenza come Berlusconi, Silvio è ormai finito in politica
Dopo avere accusato Renzi di avere una sindrome di onnipotenza e una presunzione tale che lo porta a non servirsi neanche, cinicamente, delle persone (come avrebbe potuto con Bersani) ma ad attaccarle ed accentonarle, passa a parlare di Berlusconi.
Alla domanda se Berlusconi sia politicamente morto risponde: “Mi sembra del tutto evidente. Che poi non ci stia a morire è del tutto normale. Anzi, ha ancora delle reazioni abbastanza vitali. Però la situazione e quella che è. Il centrodestra, nel 2008, era un bel salame. La prima fetta la taglia Casini, che se ne va. La seconda Fini. La terza fetta l’ha tagliata Alfano. Poi, altra fetta la Meloni, insieme con quello… La Russa. A Berlusconi è rimasto il culetto. So che a lui piace il culetto, però è il culetto. Quindi adesso il salamone è diventato un culetto. Dove vai col culetto, scusa?”
Se lo dice anche Feltri… Berlusconi ascolterà?