Primarie centrodestra si, primarie centrodestra no? Dopo il niet imposto da Silvio Berlusconi sembra che in Forza Italia le acque si siano calmate. Sembra, perché in realtà sono in molti dentro il partito a voler con forza lo strumento delle primarie. Non ne fa mistero, il presidente dei deputati azzurri alla Camera, Renato Brunetta che, intervistato da La Stampa, ricorda: “Berlusconi ha ragione. Le primarie possono essere falsate, ma il 28 maggio 2014, nell’ufficio di presidenza, Forza Italia aveva già discusso e deliberato la possibilità di tenere le primarie di coalizione nel casi in cui non fosse possibile individuare un candidato condiviso all’interno del centrodestra. E siccome la Lega sta acquistando sempre più peso, il tema delle regole per scegliere i candidati comuni si porrà per forza”. Tradotto: non fidiamoci troppo di Salvini o rischiamo di essere fagocitati dalle Lega Nord.
Il Brunetta pensiero non è condiviso però dal presidente di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi. “Dopo il fallimento delle primarie a sinistra perchè Berlusconi dovrebbe rischiare di tuffarsi nel pantano dei gazebo? Berlusconi ha ancora il carisma per mediare tra Lega, Forza Italia e il centro della coalizione. I candidati vincenti ci sono in tutte le città”.
Chi invece, nel campo del centrodestra, invoca le primarie sono Raffaele Fitto e Flavio Tosi. Il leader dei Conservatori e Riformisti critica la posizione del suo ex leader. “Ormai Berlusconi blocca il centrodestra. Il suo è un modo per continuare a dialogare con Matteo Renzi. Si ostina a gestire il presente ma non pensa in alcun modo al futuro. In sostanza, il leader di Forza Italia, dopo il Nazareno-1, vuole regalare il centrodestra a Renzi, che è il suo interlocutore principale sulle riforme, sulla Rai”.
Il sindaco di Verona invece propone la realizzazione di un documento che indichi le regole delle primarie di centrodestra. “Chi si vuole candidare a leader della coalizione si sieda attorno a un tavolo e aderisca a un manifesto di dieci punti sui temi più importanti come il lavoro, le tasse, il federalismo, l’euro, e l’immigrazione. Potremmo redigerlo entro la fine dell’anno. A quel punto gli italiani potranno scegliere in modo consapevole. Berlusconi non vuole le primarie? Le scelte vanno rispettate, ma se si candidasse, secondo me avrebbe ancora buone possibilità di successo. Lui è stato il leader incontrastato della politica italiana per vent’anni e potrebbe ancora mettere a disposizione del Paese le sue grandi doti imprenditoriali”.