Il funerale show dei Casamonica ha riacceso le polemiche intorno al sindaco di Roma Ignazio Marino, in questo momento lontano dalla Capitale per le vacanze. E proprio la sua assenza è stata presa di mira dalle opposizioni e, a sorpresa, da Repubblica, che in un lungo editoriale di Francesco Merlo, ha attaccato duramente il primo cittadino di Roma. Qui un estratto dell’articolo.
È così irrilevante che ormai anche le sue dimissioni sarebbero insignificanti. Si è perciò nascosto ai Caraibi per scrivere le sue memorie, libro dei sogni e canto del pastore errante. Ignazio Marino potrebbe rubare il titolo al film dei Fratelli Coen: L’uomo che non c’era . È infatti il loser che mai sta dentro la sua vita, «quella vita — dice il Marino del film — che mi ha servito delle carte perdenti o forse non le ho sapute giocare, chissà».
Dunque è drammaticamente ovvio che il sindaco-scrittore non sarà presente neppure giovedì prossimo quando il Consiglio dei ministri parlerà di lui ed esaminerà la monumentale relazione del prefetto Gabrielli, la cartografia e la sinossi di mafia capitale, il caso Roma insomma che, purtroppo, non ha la leggerezza fatua e struggente del caso Marino. Ha detto Renzi ad Orfini: «Il sindaco è l’assente che non si può cacciare». Speriamo che questa scrittura gli serva almeno come terapia perché davvero somiglia al barbiere di quel film che «non c’era soprattutto quando c’era»[…]
[…] Quando a Roma è mezzogiorno di fuoco lui dorme, come Paperino ad Honolulu che Paperone non poteva raggiungere perché l’uno si alzava quando l’altro si coricava. Dunque, dopodomani mattina quando di giorno a Roma il Consiglio dei ministri parlerà di lui, Marino scriverà di sé nella notte del Golfo del Messico, «mio diletto amore / non tramonta il sole / al Tahiti Bar»[…]
[…] Marino scrive. Da quando è sindaco ogni sera ha preso appunti su quadernetti di colore diverso: il nero per la mafia che non ha visto, il rosso per la rivoluzione che ha promesso, il giallo per i viaggi e per le fughe, il grigio per i giornalisti cattivi, l’arcobaleno per gli incoraggiamenti che ha ricevuto all’estero «dove — mi confidò — mi capiscono e mi applaudono per le stesse ragioni per cui a Roma mi fischiano»[…]
[…] Marino colpevole? No, assente. Al punto che in Texas potrebbe restarci sino a Natale e nessuno se ne accorgerebbe a parte i vignettisti e gli autori di satira che, comunque, sono anch’essi in difficoltà perché Marino è oltre l’ironia di Longanesi sul non esserci, sul non accorgersi e sull’arrivare tardi: «Spiacenti, il nostro inviato speciale si è perduto per causa pioggia»[…]
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