Analfabetismo: secondo un rapporto della World Literacy Foundation (WLF) quasi 800 milioni di persone nel mondo sono intrappolate nel “ciclo della povertà” perché non sanno leggere e scrivere.
Analfabetismo: analfabetismo “costoso”
Un aspetto critico del nostro tempo che non conosce confini: l’analfabetismo. Solo nel 2015, costerà all’intera economia globale 1,2 trilioni di dollari, stando alle stime dei ricercatori del WLF. Attualmente nel mondo ci sono circa 796 milioni di individui completamente analfabeti o analfabeti funzionali (che cioè non sono in grado di usare le competenze base di lettura, scrittura e calcolo nella vita quotidiana), “intrappolati in un ciclo di povertà, con limitate opportunità di occupazione e generazione di reddito“.
Nei paesi in via di sviluppo il costo dell’analfabetismo si aggira intorno allo 0,5% del Pil nazionale, nelle economie emergenti, come la Cina o l’India, all’1,5%. Nei paesi “sviluppati”, il costo dell’analfabetismo arriva a costare il 2% del prodotto interno lordo. Questi numeri indicano che più il paese è “povero” meno investe in sanità, assistenza sociale e sistema giudiziario, mentre più il paese è “sviluppato” più è destinato a sopportare i costi dell’analfabetismo. Dunque, mentre l’economia dei primi perde circa 294 miliardi di dollari l’anno, quella dei paesi con un alto Pil ne perde circa 898, sempre in un solo anno.
Analfabetismo: l’impatto sui redditi
Solo nel 2015, si prevede che gli Usa perderanno oltre 362 miliardi di dollari a causa dell’analfabetismo. Un preoccupante primato. Segue la Cina: perdita stimata superiore ai 132 miliardi. Completa il podio il Giappone, dopo arriva l’Europa con, in ordine, Germania, Regno Unito e Francia. Italia al settimo posto: nel 2015 perderà quasi 37 miliardi di dollari a causa dell’analfabetismo. Tra i paesi in via di sviluppo si contraddistinguono il Bangladesh (1 miliardo) e l’Angola (530 milioni di dollari).
Gli individui analfabeti, si evidenzia nel rapporto, guadagnano anche il 42% in meno di chi sa leggere. Oltre ai problemi legati alla produttività, nonché agli incidenti, sul posto di lavoro, nella vita di un analfabeta diventano complicate operazioni semplici come leggere l’etichetta di un medicinale o di un prodotto alimentare, compilare un assegno, leggere un estratto conto bancario. A parte i problemi relativi al “portafoglio”, l’analfabetismo può contribuire allo sviluppo di un cattivo stile di vita per quanto riguarda salute, igiene, relazioni sociali e comportamenti sessuali.
Nonostante quest’anno il tasso di scolarizzazione tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni abbia raggiunto quota 91% (83% nel 1990) ancora 57 milioni di bambini non hanno accesso alla formazione primaria (tuttavia, nel 2000 erano addirittura 100 milioni).