Pier Carlo Padoan torna a parlare dei progetti del Governo. Il ministro, ospite al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, apre ai nuovi progetti del 2016 per il rilancio dell’economia italiana: taglio delle tasse sulla casa, un piano per i redditi bassi le imprese, ma anche il Sud, attraverso agevolazioni fiscali mirate. Tutto questo perché, secondo Padoan “un aumento del Pil dello ‘zero virgola’ non è sufficiente, visto che sono 20 anni che non abbiamo tassi di crescita degni della nostra ricchezza.” Un difficoltà italiana, perché negli ultimi 20 anni i governi che si sono succeduti non hanno affrontato gli ostacoli strutturali – e “ci sono «ferite che devono essere ancora rimarginate”.
Secondo Padoan ciò di cui l’Italia ha bisogno è un intervento macroeconomico e microeconomico, che riesca a cambiare i comportamenti di imprese e famiglie, secondo il ministro “se questo cambiamento non avviene la ripresa della crescita resterà debole e insoddisfacente”.
Le riforme strutturali di cui ha bisogno l’Italia non possono essere attuate in pochi mesi, ma in un “orizzonte temporale di medio termine” come una legislatura. Padoan afferma che sarebbe bello poter tagliare 50 miliardi di tasse subito, ma “il principio della nostra filosofia è che la riduzione del fisco deve essere credibile”. Un riduzione che può essere attuata passando prima per una spending review, perché “se le esigenze diminuiscono c’è uno spazio credibile per la riduzione delle tasse”.
Una spending review efficace, oltre ad essere necessaria per la diminuzione della pressione fiscale, è anche l’unica alternativa per la credibilità del Paese. Sempre secondo Padoan, infatti: “un impatto più efficace ed una finanza pubblica più sostenibile. Altrimenti il Paese non è credibile, e questo comporterebbe la risposta negativa di due soggetti: i mercati che sul debito ci farebbero pagare tassi più alti e le istituzioni che non ci concederebbero margini di flessibilità perché non si fidano”.
Le critiche della minoraza PD
L’abolizione delle tasse annunciata dal Governo e confermata da Padoan, non sembra aver riscosso la fiducia di alcune parti politiche, in particolare la stessa minoranza del partito di governo. Se da una parte il titolare alle infrastrutture Delrio ha assicurato l’abolizione di Imu e Tasi per il prossimo anno, la minoranza Pd chiede di escludere dallo sconto almeno gli immobili di maggior pregio. Francesco Boccia su La Stampa, è infatti apparso scettico: “così si fanno pasticci perché lo Stato dà un altro vantaggio ai ricchi. Bisogna partire dai tagli di Ires, Irap e Irpef”.
Non solo la minoranza Pd, ma anche Bruxelles potrebbe non appoggiare i programmi di Renzi: la Commissione europea è contraria all’abolizione della tassa sulla casa, e senza il suo assenso Renzi rischia di non ottenere la flessibilità necessaria. Su questo nodo, Padoan appare ottimista, ma allo stesso tempo consapevole dei rischi della manovra: “l’Italia sta facendo riforme attese da molti anni, e questo lavoro ci ha riguadagnato la fiducia dei partner europei, e ci ha consentito un margine di flessibilità già riconosciuto per il 2016. Se per flessibilità si intende deficit, però, non dobbiamo dimenticare che al di là dei vincoli dell’Ue il nostro vincolo principale è un altro: l’enorme debito pubblico che si può ridurre soltanto con una combinazione di crescita sostenuta e disciplina di bilancio”.
Ilaria Porrone