Al via il Festival di Cannes con un omaggio al cinema italiano
Beffardo, sensuale, enigmatico: si può riassumere con questi tre aggettivi lo sguardo di Marcello Mastroianni tratto da 8 ½ di Federico Fellini che, simbolicamente, accoglie il pubblico del Festival di Cannes campeggiando sul manifesto della 67esima edizione della kermesse, in corso dal 14 al 25 maggio.
«Con Marcello Mastroianni e Federico Fellini vogliamo celebrare un cinema libero e aperto al mondo, sottolineando l’importanza artistica del cinema italiano ed europeo attraverso una delle sue figure più solari. Il suo sguardo al di sopra degli occhiali neri ci rende complici di una promessa di gioia cinematografica mondiale, la gioia di vivere insieme il Festival di Cannes. Con i suoi film, Marcello Mastroianni continua a incarnare ciò che il cinema ha di più innovativo, anticonformista e poetico». Hanno scelto queste parole i due autori, Hervé Chigioni e Gilles Frappier, per motivare la loro scelta. E la concezione della rilevanza globale della manifestazione ricorre anche nelle dichiarazioni del presidente uscente, Gilles Jacob, che l’ha definita «la prima manifestazione culturale del mondo».
La giuria, composta tra gli altri da Sofia Coppola, Willem Dafoe, e Carole Bouquet, è presieduta da Jane Campion, l’unica regista che si è aggiudicata la Palma d’Oro. Il tema che attraversa come un filo rosso il Festival è la guerra: molti dei film in programma sono infatti incentrati sui conflitti in Siria e Ucraina. Tra i titoli da tenere d’occhio spiccano invece Map to the stars, per la regia di David Cronenberg e interpretato da Julianne Moore, Robert Pattinson e John Cusack, The Homesman, western diretto da Tommy Lee Jones che annovera nel cast Meryl Streep e Hilary Swank, The Salvation con Mads Mikkelsen, e Clouds of Sils Maria di Oliver Assayas, con Juliette Binoche e Kristen Stewart.
La rappresentanza italiana è tutta al femminile: Asia Argento partecipa infatti alla sezione Un certain regard con Incompresa agrodolce istantanea di un’infanzia speciale, per la quale cura la regia. Il cast annovera Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko, Gianmarco Tognazzi e Max Gazzè; degna di nota è inoltre l’interpretazione della piccola Giulia Salerno, capace di conferire spessore e autenticità al suo personaggio. Le meraviglie secondo lavoro di Alice Rohrwacher dopo il convincente esordio con Corpo celeste (2011), è invece l’unico film italiano a concorrere per il premio finale. La pellicola, che racconta le surreali vicende di quattro sorelle costrette a fare i conti con un’insolita eredità paterna, vede la partecipazione della sorella della regista, Alba, e di Monica Bellucci.
Il genere più rappresentato a Cannes è invece il biopic: basti pensare a Mr Turner, film del regista inglese Mike Leigh sul pittore connazionale, Saint Laurent di Bertrand Bonello, e Jimmy’s Hall di Ken Loach, che racconta la vicenda dell’attivista irlandese James Gralton.
Il biopic più atteso e su cui si è concentrata l’attenzione generale è stato però, indubbiamente, Grace of Monaco, diretto da Olivier Dahan e interpretato da Nicole Kidman,che ha aperto ieri il Festival, e che finora ha avuto un “destino”piuttosto travagliato. Il regista aveva infatti avuto delle divergenze con la società di distribuzione nel Nord America, la Weinstein, in merito al taglio finale della pellicola, la cui versione proiettata a Cannes è stata comunque la sua. Inoltre, lo scorso 2 maggio la famiglia Grimaldi aveva affidato al proprio ufficio stampa un comunicato in cui prendeva le distanze da Grace of Monaco, a causa dei riferimenti storici imprecisi e dell’inserimento nella storia di episodi di fantasia. Non stupisce quindi che la critica sia stata piuttosto dura: la proiezione in anteprima per la stampa è stata accompagnata da fischi e sporadici applausi.
Intanto, a margine dell’inaugurazione della 67esima edizione della kermesse, il direttore Thierry Frémaux si è lanciato in dichiarazioni impegnative: «sarà un’ottima annata. Riserverà grandi sorprese, magari proprio con gli autori più conosciuti. Nel mondo in cui viviamo, quello delle immagini usa e getta e del web, ci sono registi che stanno facendo opere d’arte, cinema puro. É bello sapere che esistono ancora». Non resta quindi che seguire le prossime giornate del Festival per scoprire se prenderlo in parola o no.
Francesca Garrisi