Divorzio breve: è boom di richieste
Il divorzio breve parte a grande velocità: è subito boom di richieste, specialmente dalla fascia di popolazione più anziana, quella over 65 anni. Negli ultimi due mesi, sostengono le associazioni di avvocati (Associazione Matrimonialisti Italiani), si sono contate ben 50.000 richieste in più rispetto allo stesso periodo del 2014.
Una tempesta vera e propria. Una cifra eclatante che, secondo le stime della Ami, potrebbero raddoppiare entro il Natale. E se poi i separati, oggi 250.000, decidessero di usufruire direttamente del divorzio breve, allora il numero si potrebbe addirittura quintuplicare. Stupisce poi la distribuzione delle richieste di divorzio breve: il 20% è degli over 65. La fascia più colpita è quella 40-45 anni. Interessante, ancora, è osservare la ripartizione geografica delle richieste di divorzio: ogni 1000 matrimoni, al nord si separano 400 coppie, al sud ‘sole’ 200.
Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami, spiega le positività del divorzio breve: “il divorzio breve prevede sei mesi per una consensuale e 12 per una giudiziale, con o senza figli”. Un notevole risparmio di tempo rispetto al passato. Infatti, prima del 26 maggio 2015, “i tempi erano di minimo tre anni per la prima sentenza. Per le giudiziali non prevediamo in realtà una reale velocizzazione, perché quando c’è una causa in corso i tempi finiscono per essere quelli biblici dei tribunali italiani. Dubito molto che in 12 mesi si riesca davvero ad arrivare al divorzio, soprattutto se la coppia è molto litigiosa, o se ci sono grandi patrimoni da dividere o ci sono state violenze in famiglia, con conseguenti procedimenti penali”. Quindi notevole importanza si dà alla situazione familiare ed alla velocità dei tribunali, d’ora in avanti sempre più nel caos per via della retroattività della norma. Poi Gassani spiega le differenze di vantaggi tra uso giudiziale e consensuale della separazione: con il giudiziale “un 30 per cento di tutte le separazioni, diciamo lo zoccolo duro, veri vantaggi non ce ne sono. Ma le consensuali portano invece davvero al divorzio in sei mesi e qualche giorno per espletare le ultime pratiche. Questo potrebbe essere un incentivo a scegliere di lasciarsi d’amore e d’accordo”.
Gassani, infine, si dimostra estremamente favorevole – nonostante alcuni pasticci – al divorzio breve, quando parla del cambiamento culturale degli avvocati matrimonialisti: “le giudiziali sono lunghe e costose ma estenuanti, meglio il divorzio veloce. Inoltre, da un punto di vista sociale e familiare, si riduce la conflittualità. Meno attesa significa meno risentimenti, i coniugi non hanno il tempo di affilare le armi, in sei mesi è tutto finito. Con grande beneficio per i figli”.
Daniele Errera