Tasse e spending review, Padoan frena Renzi
Il Governo sembra diviso: da una parte il premier, Matteo Renzi, dall’alta il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Tema del dibattito interno all’esecutivo è l’abbassamento delle tasse e il taglio della spesa pubblica. Aveva esordito con un “in Italia la tassazione è esagerata”, Matteo Renzi, presso il meeting di Rimini. Poi aveva promesso: “il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino”, chiedendo “equità sociale”, ma non “per guadagnare consensi”. Poi, sempre sul fronte tasse, aveva lanciato l’idea: “nel 2017 ci possiamo concentrare sull’Ires, cioè sulle tasse sulle imprese, portandola al 24% sotto la Spagna; e poi per il 2018 possiamo intervenire sull’Irpef”. Insomma, un grande piano di detassazione (non si scordi la resa organica e strutturale del taglio Irpef per i neo assunti col contratto a tutele crescenti) che non potrà essere sostenuto se non con maggiori entrate (ma sarebbe una contraddizioni in termini) o minori uscite, ovvero tagli alla spesa. Senza spending review i tagli alle tasse non si possono fare, sostiene Padoan.
“Padoan frena sempre?”
Padoan, sempre da Rimini, dopo aver ribadito i pilastri di riforma governativa (“una grande agenda di riforme strutturali, bisogna migliorare il mercato del lavoro, il sistema di giustizia civile, la pubblica amministrazione, la scuola”), circa la fattibilità aveva tirato le orecchie a Renzi (latentemente): “mi piacerebbe tagliare 50 miliardi di tasse domani, come molti mi suggeriscono, magari! Ma la vera questione è il finanziamento dei tagli, ecco perché serve un orizzonte medio-lungo, pari ad una legislatura”. E’ evidente che tutto ciò sarà “credibile solo con un taglio delle spese”. Ma lo stop di Padoan rientra nello stile, secondo molti analisti politici: “il ministero dell’Economia frena sui piani di Renzi? E qual è la novità? Frena sempre”. A viale XX Settembre, invece, sembrano voler buttare acqua sul fuoco sostenendo come il Ministro si sia limitato a descrivere nuovamente le linee guida delle riforme, quei principi che andranno posti sotto un’attenzione particolare anche alla luce della spending review di Poletti, valevole 10 miliardi di euro che scongiurerà l’aumento dell’Iva e delle accise.
Daniele Errera