Caos immigrazione: l’Europa prova a svegliarsi
Caos immigrazione: 71 migranti morti asfissiati in un camion tra Austria e Ungheria, centinaia di cadaveri ritrovati al largo delle coste libiche; continua la strage, mentre l’Europa decide sulle quote di redistribuzione e le modalità di intervento in nord Africa.
Caos immigrazione: la strage in Austria
Sono morti in 71, 59 uomini, 8 donne e 4 bambini. Sono morti, probabilmente asfissiati, forse assiderati, dentro un camion e, quando sono stati ritrovati, i loro cadaveri erano in uno stato di decomposizione tale che all’inizio è stato difficile contarli: si pensava a un numero di circa 20, massimo 50, vittime. Gli inquirenti ritengono che il camion sia rimasto posteggiato al confine austro-ungherese, nei pressi della città di Parndorf, per almeno 24 ore prima della scoperta dei corpi, ma potrebbe essere passato molto più tempo – forse il camion era fermo sin da mercoledì. La maggior parte dei morti pare sia di origine siriana.
Le indagini hanno individuato tre responsabili: due bulgari, che dovrebbero essere i conducenti del camion, e un afghano (nazionalità da confermare) identificato come il proprietario del mezzo. Per la polizia austriaca appartengono a un gruppo criminale bulgaro-rumeno che traffica in esseri umani. Infatti, la strage è stata ricollegata a un incidente che ha coinvolto un furgone che si è ribaltato su un tratto autostradale ungherese: a bordo del mezzo c’erano 18 migranti, il conducente rumeno è stato arrestato.
La tragedia è avvenuta ad appena 30 chilometri dalla capitale austriaca, dove i rappresentanti dei governi europei erano riuniti per un vertice sulla crisi migratoria. Mentre il cancelliere austriaco Werner Faymann si scagliava contro i trafficanti, Johanna Miki-Leitner, ministro degli Interni di Vienna, ha chiesto all’Europa di svegliarsi e trovare una rapida soluzione all’emergenza in atto.
Intervistato da Il Messaggero, Sandro Gozi, sottosegretario alle politiche europee, ha affermato i progressi fatti riguardo all’approvazione del sistema di redistribuzione dei rifugiati, riferendosi in particolare a quelli provenienti da Siria ed Eritrea, anche se ha ricordato che l’Europa deve respingere i “migranti economici” che non è in grado di accogliere. Fabrice Leggeri, direttore di Frontex, ricordando che, da gennaio a luglio, l’Europa ha assistito all’aumento del 175% degli ingressi irregolari (340mila) ha invitato i vertici continentali a dotarsi di centri di identificazione che permettano l’ingresso dei rifugiati, il respingimento degli “irregolari” e il contrasto alle reti criminali di trafficanti.
Caos immigrazione: 2500 morti in mare
Ieri, la guardia costiera libica ha ritrovato oltre un centinaio (potrebbero essere quasi 200 in tutto) di cadaveri nelle acque a circa un chilometro a largo di Zuwara. Se l’ingente perdita di vite umane fosse confermata vorrebbe dire che nel Mediterraneo sono morti oltre 2500 migranti dall’inizio dell’anno. La popolazione della città, punto di riferimento per chi vuole fare ingresso in Italia, è scesa in strada a protestare contro i trafficanti: nonostante la spinta emotiva dettata dalla vista dei morti, tra cui non pochi erano donne e bambini, dopo la chiusura di un importante indotto nei pressi della città, il traffico di migranti è diventato una fonte di sostentamento per molte famiglie del luogo.
Intanto Bernardino Leon, inviato dell’Onu in Libia, intervistato da Il Mattino, ha reso noto che un’intesa finale sta per essere raggiunta e che il paese potrebbe avere un governo di unità nazionale già entro settembre. A quel punto, perché l’iniziativa abbia successo, ci sarà bisogno del sostegno della comunità internazionale affinché anche il pericolo costituito dall’avanzata dell’Isis in Libia, oltre a quello delle numerose vessazioni e violenze subite dai migranti, possa essere eliminato.