Romano Prodi risponde a Renzi e alla polemica da lui sollevata su berlusconismo ed antiberlusconismo. Tra questi ultimi due andrebbe infatti parimenti distribuita, secondo il premier, la responsabilità di vent’anni di stallo della politica e più in generale del nostro Paese. Prodi al Governo c’è stato e sa che chi si trova alla guida del Paese ha bisogno di tranquillità, ma non si esime dal togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del segretario del Pd.
Prodi a Renzi: “Si è sbagliato”
“Chi deve governare credo che vada lasciato in pace” sostiene Prodi. Ma questo non gli impedisce di intervenire nel dibattito in difesa dei suoi due Governi. Nel corso della sua lectio magistralis sull’Europa, a Capalbio, il Professore risponde al premier: “Lui parla di vent’anni di stallo? Allora ‘l s’è sbajè…”. Espressione in dialetto emiliano, ma chiara nella sua sostanza.
Sui suoi due Governi, aggiunge: “Il debito pubblico si è formato prima degli anni ’90 e tutti e due i miei governi l’hanno abbattuto. Le disfunzioni quindi sono cominciate prima”.
Parisi: “La memoria fa spesso brutti scherzi”
D’accordo con Prodi, Arturo Parisi che del Professore è stato consigliere e braccio destro. Parisi, intervistato dall’Unità, risponde alla polemica sollevata da Renzi: “La memoria fa spesso brutti scherzi. Riconduce al prima cose che vengono dopo, trasformando spesso gli effetti in cause. Però capisco che parlando ai ciellini, che sono stati colonna portante del berlusconismo, era forte la tentazione di alleggerire le loro responsabilità”.
Prodi su riforma costituzionale: “Ci vorrebbe tempo”
Ma Prodi non si limita a rispondere soltanto alle accuse più o meno direttamente rivoltegli ed alza lo sguardo alle politiche e alle riforme mosse dal Governo Renzi. Nodo fondamentale è la riforma costituzionale tanto cara al premier. Il Professore sentenzia: “Da rivedere e da ripensare c’è tanto. Ma oggi ci si muove per contrapposizioni e così non riusciremo a fare una riforma seria. Occorre vedere cosa fare e cosa no”.
Prodi spiega: “La prima parte della Costituzione ha validità totale, la seconda non ha funzionato bene. Però non mettiamoci mano in modo sguaiato e scoordinato, perché non si arriverebbe a capo di nulla. Ritengo che per questa modifica ci vorrebbe del tempo”.
Sulle tasse: “Chi parla di tasse perde le elezioni”
Altro tema divenuto caldo dopo le dichiarazioni del premier, è quello del taglio delle tasse. Il Professore: “Dopo Reagan e la Thatcher, chi parla di tasse perde le elezioni. E su questo non c’è più nessuna distinzione tra destra, centro e sinistra. Ecco che si promettono meno tasse, meno tasse e si favorisce l’irrazionalità… a furia di promettere tutto a tutti chi promette di più vince”.
“Un tempo si facevano analisi politiche serie”
E senza citare direttamente Renzi, rifila la stoccata: “E comunque sulle tasse un tempo si facevano analisi politiche serie per valutare tra l’altro dove destinare le imposte, sulla sanità o sul welfare. Oggi se c’è una cosa che ti impedisce l’analisi è Twitter”.