Incapace, inutile, bebè. Le intemerate e i giudizi maligni su Ignazio Marino sono così tanti che si fa fatica ad elencarli tutti. Eppure il sindaco di Roma, in vacanza ancora per poco, non se ne cura ma “guarda e passa”. Per Marino non esiste alcun commissariamento, il prefetto Gabrielli, da tutti definito il sindaco de facto della Capitale, è solo un valido aiutante. “Sapete bene i rapporti di leale collaborazione che ho sempre avuto con il prefetto Gabrielli. Non ci sarà nessuna diarchia, il prefetto non ha poteri nuovi o diversi. E invece spero che Gabrielli mi aiuti a superare le lentezze che finora hanno connotato l’avvicinamento al Giubileo. In un incontro che si è svolto in Vaticano ad aprile, alla presenza di tutti gli enti interessati, ho presentato il dettagliatissimo piano del Comune sulle opere di nostra competenza, dopodiché il governo ha deciso il via libera nel Cdm del 27 agosto, col risultato che noi potremo fare le gare a settembre. Sia chiaro: il governo ha ritenuto di dover aspettare la relazione di Alfano sull’inquinamento mafioso, io rispetto questa attesa, la capisco. Ma questi sono i fatti” spiega il sindaco in un colloquio con La Stampa.
Marino non ci sta a passare incompetente. “Ma vi pare? In questi due anni ho smantellato la politica consociativa tra il Pd e la destra romana, il governo ha formalmente riconosciuto la discontinuità rispetto a quel sistema collusivo, l’ex sindaco Alemanno è indagato per mafia e il dibattito pubblico cosa fa? Si orienta a discutere della mia vacanza!”.
E il sindaco non ci sta nemmeno di passare come “assenteista”. “Ma vi sembra che fosse opportuno che io tornassi proprio mentre si assumeva una decisione così delicata? Non ho voluto che il mio rientro venisse inteso come una pressione indiretta. E comunque, prima di partire avevo informato il governo e poi ho seguito la vicenda minuto per minuto”.
E così dopo giorni di attacchi, Marino passa, infine, al contrattacco. “Per l’Expo lo Stato ha fatto un investimento di un miliardo e mezzo di euro, per il Giubileo il governo non metterà un euro. I 50 milioni che il Comune spenderà per accoglienza e viabilità “appartengono” ai romani: sono stati sbloccati dal piano di rientro al quale siamo stati costretti per ripianare i debiti contratti dalle precedenti amministrazioni”.