Riforma Senato: è uno dei principali ostacoli che il Governo Renzi sa di avere davanti a sè. Nell’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo e pubblicata dal Corriere, di cui abbiamo dato conto in questo nostro articolo, il premier si è detto sicuro di riuscire a portare a casa il risultato. Alle parole di Renzi si aggiungono quelle della vice segretaria nazionale del Pd Debora Serracchiani. “Parafrasando qualcuno, io penso positivo. Anche questa volta ce la faremo”.
Nell’intervista a La Stampa si mostra sicura sull’esito della riforma del Senato, nonostante opposizione e minoranza del Pd promettano battaglia: “Spero ci sia molto buonsenso in giro a settembre”. Sull’elettività: “abbiamo già fatto due passaggi parlamentari che ci hanno consegnato questo tipo di Senato”.
“Tutte le riforme le facciamo partendo dal Pd. Anche questa volta stiamo cercando un punto di equilibrio. Nessuno vuole sbattere porte in faccia, ma ciascuno faccia uno sforzo. Sapendo che non possiamo ricominciare da capo”. Il governo “ha preso un impegno fino al 2018 e il Pd sta lavorando per questo: sono convinta che i numeri li troveremo“. In caso contrario si va a votare? “Non prendo nemmeno in considerazione un’ipotesi diversa da quella di arrivare con questo governo al 2018, stiamo lavorando per questo. Dopodiché, ognuno si prende la propria responsabilità” risponde con fermezza Debora Serracchiani.
Chiti: sui numeri Renzi sta bluffando
“Il calcolo di Renzi mi sembra assai dubbio”. Così, intervistato da Repubblica, il senatore dem Vannino Chiti si dice convinto che il premier Renzi stia bluffando sui numeri per la riforma costituzionale al Senato. “Se le posizioni politiche fin qui espresse restano tali è molto dubbio, ripeto. In seconda lettura poi servono almeno 161 voti. Mi chiedo però: è possibile che una riforma di questa importanza si affronti calcolando se ci sono 159 o 161 voti? Per usare le parole di Prodi, non si può fare una riforma in modo sguaiato e scoordinato”.
Riforma Senato, l’incognita Grasso
La vera partita tra Renzi e la minoranza Pd si giocherà intorno all’articolo 2, quello sull’elezione diretta dei senatori. Secondo quanto riporta oggi Repubblica, il presidente del Senato Pietro Grasso è pronto a dare un “dispiacere” al presidente del Consiglio.
Piero Grasso ha deciso. Dopo aver passato l’estate a consultare costituzionalisti e a studiare il lungo report preparatogli dagli uffici, il presidente del Senato si appresta a dare un grosso dispiacere a Renzi. Sancendo – è nei suoi poteri – l’emendabilità dell’articolo 2 della riforma costituzionale. In sostanza, fuori dai commi e codicilli, significa che la partita sull’elettività dei futuri senatori, cuore dello scontro politico tra maggioranza e minoranza dem, è aperta. Apertissima. Dopo aver maturato questa decisione ora Grasso attende di comunicarla direttamente al governo. Intanto, in via informale, ne ha informato il capo dello Stato.