“Sul ddl Boschi voteremo contro. Convintamente. Sarà un no forte al nuovo Senato”. Da Villa Certosa, residenza estiva di Silvio Berlusconi e sede dell’ultimo vertice azzurro sulla strategia da adottare per la partita conclusiva delle riforme, Paolo Romani, capogruppo Fi a Palazzo Madama, spiega le prossime mosse del partito in un’intervista a ‘La Repubblica’.
“Prendo atto dell’assenza di risposte da parte di Renzi. La maggioranza vuole essere autosufficiente. Non mi dispero. E ne traggo le conseguenze”, spiega il parlamentare. Dal premier sono arrivate risposte negative o non è giunto alcun cenno in merito ad una eventuale concessione alle richieste di Forza Italia, quindi “io non inseguo nessuno”, sottolinea Romani.
Il senatore azzurro considera chiusi tutti i margini di trattativa: “Visto che Renzi ritiene di avere la maggioranza e vuole andare avanti a botte di forzature, a questo punto non vale la pena neanche tentare. Non voler coinvolgere le altre forze vuol dire ricercare lo scontro. Il rischio è di tornare al punto zero sulle riforme”, prosegue l’esponente forzista.
Romani: “Renzi dice di avere i numeri? Non so che calcoli faccia”
Elettività del Senato e modifiche all’Italicum: queste le condizioni ribadite a più riprese da Fi per trovare l’intesa, perché “è in gioco il bilanciamento complessivo del sistema, soprattutto in Paese in cui ci sono quattro partitiche possono aspirare al ballottaggio: c’è il rischio che con il 25% un partito ottenga il premio del 55% dei seggi. Non va, e come ha sancito la Corte, è incostituzionale”, mette in guardia Romani.
I voti dell’ex compagno di partito, Denis Verdini, potrebbero consentire al capo del governo di portare a casa il bottino delle riforme costituzionali, ma Romani non considera scontato questo scenario: “Se Renzi intende inseguire chi gli assicura e gli fa credere di avere i numeri, faccia pure. Non so che calcoli faccia”. Per Forza Italia, comunque, “nessun timore. E poi non occorrono altre truppe cammellate di centrodestra che corrano in soccorso di Renzi. A questo scopo basta già Alfano”, conclude il parlamentare.