Mentre Barack Obama, al termine del suo secondo mandato alla Casa Bianca, sorprende tutti partecipando ad un reality show per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi mondiali sui cambiamenti climatici in atto, l’America si prepara allo scontro elettorale del prossimo anno.
Se il repubblicano Donald Trump fa parlare di sé per le sue uscite poco politically correct e per le sue posizioni sull’immigrazione e sulle donne, sul fronte dei democratici è il cosiddetto email-gate a tenere banco. Lo scandalo che ha coinvolto in prima persona Hillary Clinton potrebbe compromettere la corsa alla Casa Bianca della candidata di punta dei democratici (anche se il vicepresidente Joe Biden potrebbe rappresentare una spina nel fianco per l’ex segretario di Stato USA, dopo l’endorsment ricevuto nei giorni scorsi dallo stesso Obama).
Mail Clinton e diffusione contenuto
Nelle ultime ore, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha deciso di diffondere altre 4.368 email inviate e ricevute da Clinton tra il 2009 e il 2013. La colpa della candidata democratica è di aver utilizzato la propria mail anche per affari personali, contravvenendo in tal modo alle norme di sicurezza.
Ma in questo scandalo a far parlare è anche la presenza nelle corrispondenze telematiche di Clinton del nome dell’allora premier italiano Silvio Berlusconi. In una mail inviata a Hillary il 15 dicembre 2009 dal suo consigliere e amico di una vita Sidney Blumenthal, i due discutono dell’aggressione subita due giorni prima dall’ex Presidente del Consiglio in Piazza Duomo a Milano.
Blumenthal su aggressione a Berlusconi
Blumenthal, si legge nel testo, afferma che l’assalto all’ex Cavaliere avrà “ripercussioni significative. Da vittima, Berlusconi ha ottenuto molta solidarietà: è stato ferito, ha perso due denti e molto sangue, e i medici lo terranno in ospedale forse per una settimana in osservazione. L’attacco è arrivato in un momento in cui Berlusconi inizia a perdere influenza politica, avendo perso la sua immunità. Un’inchiesta giudiziaria lo accusa di avere legami con la mafia, mentre un’altra sta analizzando il suo ruolo in un caso di corruzione legata al legale britannico David Mills”.
Il timore di Blumenthal è che Berlusconi e l’allora PDL possano sfruttare l’attentato “in modo da usare a loro vantaggio la solidarietà nei suoi confronti, dicendo che i suoi oppositori politici hanno alimentato un ‘clima d’odio’. Attraverso appelli demagogici, stanno cercando di gettare discredito e respingere i procedimenti legali nei suoi confronti mettendo in difficoltà anche le inchieste giornalistiche sul tema (Berlusconi ha citato in giudizio La Repubblica, il più grande giornale indipendente di Roma, e che è stato molto aggressivo scavando negli affari di Berlusconi di vario genere)”.
Un capo del governo di un Paese democratico ha subito un attentato, un attacco alla sua persona, dunque è “opportuno e cortese che il Presidente chiami Berlusconi per esprimere le sue preoccupazioni circa la sua salute e augurandogli una pronta guarigione, nel caso in cui non lo abbia ancora fatto. Sarebbe strano per il Presidente degli Stati Uniti non chiamare il leader di uno degli stati della NATO che è stato colpito fisicamente”.
Ma la preoccupazione del consigliere del segretario di Stato è che il premier italiano possa strumentalizzare la solidarietà ricevuta da Obama e utilizzarla a suo vantaggio in un momento in cui in Italia il suo consenso è al minimo storico.
“Berlusconi, dal canto suo, renderebbe di sicuro pubblica una telefonata di questo tipo. Sarebbe anche imbarazzante se una chiamata del genere venisse utilizzata come strumento a suo favore per fare campagna contro le iniziative giudiziarie. Se così fosse, c’è un messaggio più ampio che dovrebbe essere comunicato, forse dal Presidente nella sua conversazione, ma in modo più marcato tramite un comunicato stampa del Dipartimento di Stato, condiviso anche dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Il Governo degli Stati Uniti condanna tutte le forme di violenza come un assalto alla democrazia. Allo stesso tempo, questo incidente che ha riguardato un individuo apparentemente folle non dovrebbe essere utilizzato per incentivare tensioni sociali. Dovrebbe invece ispirare riflessioni sulla necessità di ogni cittadino di rispettare la legge così come la libertà di parola e di stampa”.
In seguito, il 16 dicembre 2009, il Presidente Obama telefonerà a Berlusconi, ricoverato al San Raffaele di Milano, e verrà diramato poi un comunicato ufficiale nel quale si legge che il Presidente degli Stati Uniti, dopo la “malvagia aggressione” subita, aveva trovato Silvio Berlusconi “in ottime condizioni di spirito”.
Francesco Ferraro