279 sì, 143 no. Il Decreto Lavoro è legge. Ad approvarlo, ovviamente, è la Camera dei Deputati, in terza lettura. Ed intanto impazza la polemica Pd-M5S.
Tutto nasce dalla discussione sull’autorizzazione a procedere nei confronti del deputato democratico Francantonio Genovese, accusato da parte della procura di Messina di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa. La Camera ha rinviato la questione dopo l’infinito dibattito sugli ordini del giorno al dl Lavoro (si pensi solamente ai 33 deputati iscritti a parlare). Di fatto i pentastellati si erano prodigati per velocizzare i lavori, ma l’ostruzionismo di Sinistra Ecologia e Libertà (accusata poi da Grillo di essere in combutta col Pd per salvare Genovese) e Lega Nord, aveva portato ad un orario troppo eccessivo per votare pure, attraverso voto segreto, l’autorizzazione a procedere richiesta dalla Magistratura.
Il decreto. E’ mantenuta l’impostazione governativa originaria sul dl Lavoro: contratti a termine ed apprendistato sempre facilmente applicabili. L’obiettivo del duo Renzi-Poletti è, infatti, il rilancio occupazionale, specialmente per i giovani. Di converso le opposizioni (da destra a sinistra) sostengono quest’iniziativa significhi solo ed esclusivamente più precariato.
Daniele Errera