Giubileo, l’amnistia di Papa Francesco che fa discutere la politica italiana
C’è anche l’amnistia spirituale per i carcerati, tra i punti su cui si fonderà il Giubileo della Misericordia, che comincerà il prossimo 8 dicembre. Lo si legge nel messaggio che, martedì scorso, papa Francesco ha inviato a monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione, nel quale sono contenute indicazioni sulle assoluzioni da dare nel corso di questo grande evento.
Papa Francesco: “Giubileo, opportunità di grande amnistia”
“Il Giubileo”, scrive il Papa, “ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto”. Per queste ragioni, quindi, il Santo Padre ha disposto che anche i carcerati pentiti di quel che hanno commesso potranno ottenere, nelle cappelle degli istituti penitenziari, l’assoluzione. “La misericordia di Dio”, secondo il Santo Padre, “è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”.
Padre Lombardi: “Non è amnistia giuridica”
La proposta di Francesco ha fatto sperare chi l’amnistia, in Italia, la chiede da tempo, soprattutto in relazione alla spinosa questione del sovraffollamento nelle carceri. Il riferimento è ai Radicali italiani, con Pannella che ha ringraziato il Papa per le sue parole e la segretaria Rita Bernardini che, in un’intervista al Tempo, ha interpretato il messaggio di Francesco come un aiuto a questa battaglia che, ormai, si protrae da tanti anni.
Tuttavia, da padre Federico Lombardi, arriva la smentita di un risvolto giuridico dell’amnistia di cui il Santo Padre ha fatto cenno nella lettera. “Il Papa si rivolge alla Chiesa: non mi pare che esprima un appello per un’amnistia di carattere giuridico” ha precisato il responsabile della sala stampa Vaticana.
In Italia, riprende il dibattito
Parole, quelle del prelato, che, comunque, arrivano proprio mentre in Italia il mondo politico torna a discutere dell’applicazione di un provvedimento più volte utilizzato in passato e caduto in disuso da venticinque anni a questa parte.
Tra chi pensa all’amnistia come un tema che il Parlamento deve affrontare, c’è anche il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha sottolineato come “questa legittima aspirazione della Chiesa possa diventare anche un fatto politicamente rilevante se si trova la maggioranza su questo tema”.
Sul versante opposto c’è, invece, un fronte trasversale e variegato . I leghisti, infatti, rivendicano la certezza della pena. “Se qualcuno è stato condannato a dieci anni di carcere, non è che, perché c’è il Giubileo, esce cinque anni prima e ricomincia a stuprare, rapinare o spacciare” ha affermato Matteo Salvini ai microfoni di Sky Tg 24 a cui ha fatto eco l’ex compagno di partito Flavio Tosi: “L’Italia ha bisogno di tutto tranne che di amnistia e indulto”.
Il Guardasigilli Orlando, invece, ha parlato di “lotteria” a proposito dell’amnistia, sottolineando la funzione rieducatrice del carcere. A fargli eco, in questo caso, è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale, dal palco della Festa dell’Unità, ha sottolineato anche che chi è condannato deve restare in carcare sino all’ultimo giorno.
C’è, infine, chi come Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione Giustizia, che vede nel messaggio di Francesco “uno sprone” per rendere la detenzione non una vendetta ma “un passaggio che aiuti chi ha sbagliato.