In Afghanistan nessuno dei candidati alle elezioni presidenziali ha superato quota 50% – necessaria per l’elezione diretta – al primo turno; saranno Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani ad affrontarsi al ballottaggio che, previsto per il 28 Maggio, è stato rinviato al 14 Giugno perché “una parte del materiale che era tenuto nel quartier generale dell’Iec (Commissione elettorale indipendente) per il secondo turno è andato distrutto in un attacco dei talebani: rifornire questo materiale nuovamente richiede tempo”, ha spiegato il portavoce della commissione, Ahmad Yusuf Nuristani.
Abdulah ha ottenuto il 45% dei consensi, Ghani il 31,6%: i risultati sono arrivati con ritardo a causa della mole di denunce di brogli che, la Commissione Elettorale Reclami, ha dovuto verificare; la missione degli osservatori ONU ha comunque comunicato di ritenersi soddisfatta rispetto alle modalità del voto e all’altissima affluenza, con circa 7 milioni sui 12 aventi diritto che si sono recati alle urne, sfidando la minaccia mortale dei talebani, ma ha invitato gli organi competenti a esaminare scrupolosamente ogni richiesta di far luce su eventuali prove di irregolarità che potrebbero avere “un impatto significativo sui risultati finali”come ha dichiarato lo stesso Abdullah, tra coloro che dicono di avere prove schiaccianti al riguardo delle suddette manipolazioni dei risultati.
Al primo turno sono state sollevate più accuse di frodi che nel 2009, anche se il numero di irregolarità si è poi rivelato inferiore: 300mila voti sono stati eliminati dal conteggio perché giudicati fraudolenti (oltre un milione di erano stati scartati durante la scorsa elezione), circa 3mila addetti al seggio sono stati sospesi a causa delle denunce presentate.
Abdullah, domenica, ha incassato l’endorsement di Zalman Rassoul, il candidato più vicino a Karzai che non si è potuto ricandidare per una terza volta, con i suoi voti è probabile che al ballottaggio non ci sia storia: l’importante è che il nuovo Presidente sappia che “in Afghanistan la guerra non è ancora finita” ha detto il ministro degli Esteri Ahmadi.
Guglielmo Sano