Enrico Letta o Matteo Renzi? Il finanziere Davide Serra, più volte considerato molto vicino all’ex sindaco di Firenze, non ha dubbi. E all’Huffington Post spiega: “Il nostro paese invece è ritornato a crescere proprio per i 18 mesi di rottura col passato fatta da Matteo Renzi”. Criticando quindi la lettura degli eventi portata avanti sia dall’ex premier che dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, tra i maggiori critici nei confronti dell’operato dell’attuale Presidente del Consiglio.
Secondo Serra, Letta sbaglia a dare tutti i meriti della lieve ripresa attuale a condizioni esterne favorevoli: come il Quantitative Easing e il crollo del prezzo del petrolio: “queste condizioni valgono per tutti i paesi europei. Allora perché Finlandia e Francia, ad esempio, fanno peggio di noi?”.
Serra: 10 per Renzi
Il finanziere promuove senza dubbi l’operato del premier: “A Renzi do un 10 pieno. E non lo do io ma tutti quelli che vivono e lavorano fuori dall’Italia. Sto a Londra da tanti anni e sinceramente non ho mai incontrato tanto interesse da parte degli investitori internazionali come oggi per il nostro paese”. Il merito di ciò è dell’attuale premier, che ha eseguito una decisa inversione di rotta rispetto alla classe dirigente che lo ha preceduto, che “adesso ha 60-70-80 anni e per tanto tempo ha bloccato la rinascita di questo paese”. Silenzio in riferimento alla polemica avuta in passato con il predecessore di Renzi alla segreteria del PD, cioè Pier Luigi Bersani: “Non ho mai parlato con lui e non ho intenzione di farlo. Non ho voglia di parlarne. In passato mi sono limitato a difendere da accuse false”.
Ed ora il premier può mostrare orgoglioso le vittorie ottenute, sventolandole al Forum di Cernobbio: “Oggi, dopo un anno e mezzo di riforme, Renzi fa bene a venire qui. Arriva al Forum con un record rilevante: il pil cresce, cresce l’occupazione, il paese sta diventando davvero competitivo, la fiducia è tornata. Tutto questo grazie alle riforme”. Ma poi Serra avverte: “Ora però tocca agli imprenditori investire. Matteo oggi deve chiedere, anzi esigere da loro, una spinta concreta verso gli investimenti”.