Un bagno di folla quello conquistato da Matteo Renzi alla Festa dell’Unità di Milano. Politica interna, immigrazione, economia e lavoro sono i temi centrali dell’intervista presso la festa nazionale del Pd.
Renzi trae forza dalla spinta innovatrice di cui si è sempre fatto propulsore: da quando, nel Pd, aveva fondato la corrente dei ‘rottamatori’ fino ad oggi dove, da Presidente del Consiglio, impone gli aut aut sulle politiche proposte. Si parla di Senato, legge elettorale, terzo settore, scuola, riforme della finanza e dell’economia. La sua forza sta nell’assenteismo – se così lo si po’ definire – dei predecessori a Palazzo Chigi. Renzi ha sempre almeno un paio di temi da portare in Parlamento e per questa ragione può porsi da una parte ben precisa, quella che non aspetta ma si dà da fare. E colui che lo sostengono pure. Lui li definisce “l’Italia vera solida e solidale”, quella “che dice si. Basta dire no – continua Renzi –, c’è chi dice sì e crede nell’Italia”. Crede nel ‘Belpaese’, il premier, e lo rilancia sostenendo come lo “stiamo rimettendo in moto tutti insieme, andando a fare il nostro dovere”.
L’immigrazione è tema centrale presso Milano. Renzi passa all’attacco. Ci vuole, solidarietà, serve una mano tesa nei confronti dei bisognosi che oggi sono i mediorientali, ieri gli africani: “non c’è il Pd contro la destra, ma gli umani contro le bestie. Non si tratta di buonismo, ma di trovare soluzione ai problemi. Non rinunceremo mai a salvare una vita umana” per pochi consensi in più. Poi critica l’Ungheria di Orban, sempre più chiusa in un isolazionismo immigratorio secondo molti antistorico. Il ruolo dell’Italia, conferma Renzi, è fondamentale: “il Mediterraneo è il centro di tutto. In Siria e in Libia qualche errore la comunità internazionale l’ha pur fatto, la politica estera è una cosa seria”.
Dato la sede dell’incontro, Milano, Renzi non ha voluto tralasciare una delle riforme a cui sta lavorando da molto tempo il Ministero del Lavoro, quella del terzo settore: “Milano è una città operosa, dinamica, ricca di valori economici, è la capitale economica dell’Italia, ma è una città che tiene insieme le aziende e i centri culturali, è la città capitale del Terzo Settore e del volontariato. Quando chiuderemo la festa del 2016 dovremmo aver portato a termine la riforma del Terzo settore”. Un anno di tempo, è questo il periodo che si dà il premier/segretario dem.
Renzi passa, infine, in rassegna una serie di temi strategici per il rilancio del sistema paese: dalle tasse (“bisogna avere il coraggio di dire anche alla sinistra che le tasse sono troppo alte”) alle riforme costituzionali (“si discuta, si dialoghi, ma il Pd è questo. Non accettiamo veti”), passando per i diritti civili (“sono fiero perché avremo presto una legge sui diritti civili. Dopo anni di rinvii avremo una legge sui diritti civili. Lo facciamo per noi, per la dignità del nostro Paese. Facciamo le mediazioni possibili, ma poi si chiude”), chiudendo quindi sul lavoro e sul Jobs Act (“ci sono cose di cui vorrei fossimo orgogliosi: abbiamo trasformato ciò che era precario in stabile. Con il Jobs Act si stabilizzano i lavoratori precari, la mia generazione è stata costretta ad un precariato senza garanzia e senza tutele. Sono fiero del lavoro dei nostri parlamentari”), una riforma epocale secondo il Nazareno.
Daniele Errera