“Non torno a fare politica perchè è cambiato il mondo. Il compito ora spetta alle nuove generazioni. Io posso essere una voce, anche critica, di approfondimento, di sensibilizzazione su questioni e problemi. Ma non voglio tornare a occuparmi di politica. Game over, la gara è finita”. In un’intervista al settimanale Oggi, l’ex premier Romano Prodi conferma quanto detto in passato: con la politica ha chiuso. Prodi dice di non essere dispiaciuto per la sua mancata elezione al Quirinale: “Primo, perchè non era nei miei obiettivi e nei miei desideri. Secondo, ero sicurissimo di non diventarlo. Per questo la questione non mi ha toccato Ma il segreto sui 120 franchi tiratori resterà tale”.
L’ex premier parla poi del suo rapporto con l’attuale presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “I nostri rapporti sono ottimi, ma rarissimi. Non ci sentiamo pressochè mai. Ma è anche giusto. Non bisogna mai disturbare il conducente… Con lui non ci sono mai state guerre, anche se quell’episodio all’inaugurazione di Expo è stato sorprendente. Ha ringraziato l’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, e l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre tutti si giravano verso di me aspettando che mi citasse. Non lo ha fatto. La scena è stata surreale”.
Prodi: “Europa al bivio”
Sull’Europa il giudizio del Professore è severo. “Se non vogliamo fare la fine degli Stati rinascimentali italiani, spazzati via dalla prima globalizzazione che fu la scoperta dell’America, dobbiamo avere una maggiore integrazione: gli Stati europei sono troppo piccoli”. Osserva Prodi: “Le reti globali delle nuove tecnologie, da Apple ad Amazon, da Google a Ali Baba, sono tutte americane o cinesi. Non ce n’è una europea. Non siamo in grado di crearle, così come l’Italia divisa non riusciva a costruire le grandi caravelle necessarie a solcare gli oceani”. Prodi ricorda che “l’allargamento dell’Europa è l’unico caso riuscito di esportazione della democrazia e la democrazia si crea con la pace. Ma poi è arrivata l’Europa della paura, con i timori generati dalla crisi e dall’immigrazione, paralizzata da populismo e respiro corto”. Il bivio, per Prodi, è “tra l’irrilevanza e l’avere un ruolo nel mondo. In Cina, l’Europa è già considerata ‘out’. Ci siamo allargati a est, ma chiusi a sud. Non siamo riusciti nemmeno a creare una banca del Mediterraneo o una università con sedi sulle due sponde del Mare Nostrum, con professori e studenti provenienti da nord e da sud”. Davanti allo sviluppo demografico dell’Africa, “dobbiamo dare delle risposte tempestive e non essere bloccati nei nostri processi decisionali, ricattati dai populismi o in attesa dei risultati delle prossime elezioni locali”. Quanto alla situazione dell’Ucraina, per Prodi “ci dimostra quanto sia importante l’integrazione e come non si possa affrontare il mondo da soli. Sui Balcani, si può dire solo una parola: sono parte dell’Europa. Punto”.
Prodi e le riforme
L’ex premier commenta infine la decisione del governo di abolire totalmente Imu e Tasi su tutte le prime case dal 2016. “Quando sono stato io al Governo, ho proposto di far pagare la tassa sulla casa solo alla metà delle abitazioni di maggior pregio, esentando quindi i meno abbienti. Questa è la mia posizione anche oggi. Anche perchè se mancano questi introiti, lo Stato poi si ritrova a dover chiedere tasse in forma diversa al cittadino». Lo dice Romano Prodi in un’intervista a Oggi, il cui testo è stato anticipato, riferendosi all’annunciata abolizione totale di Imu e Tasi da parte di Matteo Renzi su tutte le prime case dal 2016″.