La riforma sulla “Buona Scuola” fa già discutere. La Regione Veneto ha infatti presentato ricorso contro la suddetta legge. “La Giunta regionale – si legge in una nota della Regione – ha dato mandato alla propria Avvocatura di impugnare la riforma del governo Renzi perché lesiva dell’autonomia amministrativa della Regione. Tre i profili di incostituzionalità della legge 107/2013 argomentati nelle sette pagine del ricorso avanzato dalla Giunta regionale: la riforma – sottolinea la Regione – affida al ministero dell’Istruzione il compito di definire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione professionale, espropriando la regione di un compito che la Costituzione le affida in competenza esclusiva; la ‘Buona scuolà affida agli Uffici scolastici regionali , emanazione diretta del Ministero, e non più alle Regioni il dimensionamento della rete scolastica (cioè stabilire l’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della popolazione scolastica, del numero degli istituti e delle particolari caratteristiche del territorio), creando così una possibile sovrapposizione di competenze programmatorie tra Ministero e Regioni”
Infine, molteplici e puntuali indicazioni contenute nella riforma governativa “determinano – si legge nell’impugnativa – una fitta rete di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione professionale e potenzialmente attribuiscono allo Stato competenza ad adottare non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”.
“La cosiddetta riforma sulla Buona scuola – commenta il presidente Zaia – marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato, al fine di una attenta e aderente conoscenza del territorio e delle sue esigenze. Chiediamo ai giudici della Consulta di fare chiarezza nel pasticciato provvedimento governativo – conclude – non accettiamo il ruolo di spettatori inerti dell’affossamento di sistemi collaudati di istruzione e formazione come quello veneto, dove la Regione ha investito sinora importanti risorse in sostituzione dello Stato, riuscendo a garantire apprezzati livelli di qualità e di inserimento occupazionale”.
Buona scuola, l’omicida Scattone docente grazie alla riforma
Chi è diventato docente grazie alle assunzioni della buona Scuola è anche Giovanni Scattone, conosciuto per essere l’autore dell’efferato omicidio di Marta Russo. Omicidio per il quale fu ritenuto colpevole e condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Scontata la condanna, la Suprema Corte stabilì di non applicare la pena accessoria di interdizione all’insegnamento. Così oggi, come riporta Il Corriere della Sera, Scattone ha ottenuto una cattedra all’Istituto professionale Luigi Einaudi di Roma, dove andrà a insegnare Storia della filosofia, Psicologia e Scienza dell’Educazione. Le polemiche sono già iniziate.