Per la flessibilità in uscita ci vorrà tempo sino al 2016. Anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha confermato la linea che seguirà in merito l’esecutivo, sottolineando la necessità di conciliare una legge in tal senso con le coperture finanziarie.
Baretta: “Per flessibilità in uscita serve compatibilità finanziaria”
“È un tema che il governo ha in agenda ma per farlo serve la compatibilità finanziaria, cioè che non gravi sullo Stato” ha, infatti, affermato il sottosegretario, ribadendo che la flessibilità potrebbe rientrare “nella legge di stabilità o in una legge ad hoc o in un provvedimento successivo”. “La discussione”, ha, poi, continuato Baretta, “è se il provvedimento è a costo zero: se si intende sul lungo periodo allora il risparmio complessivo c’è, ma nei primi anni lo Stato dovrà anticipare una quota parte dell’uscita dei lavoratori”.
In sostanza, Palazzo Chigi ha intenzione di intervenire sulle pensioni, pur senza rinunciare a quegli 80 milioni di risparmio che la riforma Fornero è in grado di garantire entro il 2021. “Dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole andare un po’ prima in pensione prendendo un po’ meno soldi possa andarci, ora dobbiamo vedere quanto prima e quanti soldi” aveva affermato lunedì sera a Porta a Porta il premier Matteo Renzi, il quale ha ricordato di voler trovare una soluzione che sia “a somma zero” nelle prossime settimane e mesi.
Boeri (Inps): “La proposta del governo non prevede taglio del 30% ma una riduzione equa”
Dal think tank Bruegel, anche Tito Boeri dice la sua sulla proposta del governo rispondendo ad una domanda: “La proposta sulla flessibilità presentata al Governo non prevede né il taglio delle pensioni del 30%, né il ricalcolo con metodo contributivo ma una riduzione equa per chi sceglie di anticipare il ritiro”. Per l’ex ministro Tiziano Treu, già ispiratore, nel 1997, della riforma del lavoro conosciuta come Pacchetto Treu, invece, “si possono fare interventi con costi minimi” utili a rendere meno rigida la riforma Fornero.
I sindacati: “Sbagliato rinviare”
Chi, invece, pensa sia sbagliato rinviare la discussione ad un secondo momento sono i sindacati. “È indispensabile che la legge di stabilità affronti il tema delle pensioni, introducendo quella flessibilità necessaria da un lato a dare risposte più eque a chi è in procinto di uscire dal mondo del lavoro e dall’altro in grado di consentire l’accesso allo stesso per i giovani” ha affermato il segretario federale della Cgil Veronica Lamonica, sottolineando che “le risorse, quando vi è intenzione, si cercano e si trovano”.
“Sarebbe sbagliato perché le conseguenze dell’aumento repentino dell’età pensionabile, realizzato con la legge Fornero, sono sotto gli occhi di tutti” ha, invece, dichiarato in merito il segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli, a cui ha fatto eco il suo omologo della Uil Domenico Proietti: “Sarebbe letteralmente incredibile se il Governo rinviasse l’introduzione della flessibilità di accesso alla pensione ripetutamente annunciata negli ultimi mesi dal Presidente del Consiglio e dal Ministro del Lavoro”.