Danimarca: perché i rifugiati non vogliono restare?
Danimarca: Copenaghen prova in tutti i modi a scoraggiare l’arrivo di richiedenti asilo, questi ultimi dal canto loro cercano in tutti i modi di evitarla, il problema è che rimane un fondamentale punto di passaggio verso la più accogliente Scandinavia.
Danimarca: obbligati a restare
Il tratto Puttgarden-Rodby è quello più veloce per giungere la Svezia dalla Germania, lo sapevano anche i 350 migranti che ieri si trovavano su un treno che lo percorreva. Arrivati nella località danese a 135 chilometri dalla capitale, però, il viaggio per alcuni di loro è terminato. Tutti volevano andare in Svezia, dove i rifugiati siriani, tra gli altri benefici, hanno diritto a una residenza “permanente”, ma le autorità danesi hanno posto un aut-aut: registrazione come richiedente asilo in Danimarca o ritorno in Germania.
Lo stallo è durato per ore, con i migranti che si rifiutavano di tornare in Germania ma ancor di più di fermarsi in Danimarca. Un centinaio di loro, alla fine, ha dovuto cedere ed è rimasto in territorio danese, dove sottoporrà la propria richiesta d’asilo, gli altri hanno proseguito verso la Svezia. I vertici della polizia dal canto loro hanno dichiarato che non possono obbligare a restare chi non vuole rimanere, il “succo” del messaggio è: lasceremo passare tutti coloro che non vogliono fare richiesta d’asilo in Danimarca.
Danimarca: non siete benvenuti
Le autorità danesi lo ribadiscono a ogni occasione: i rifugiati non sono i benvenuti. A inizio settimana il governo di centro-destra ha fatto pubblicare un’inserzione su 4 diversi giornali libanesi (spendendo poco meno di 38mila dollari) per elencare le “limitazioni” previste dalla legge sull’immigrazione che da qualche settimana ha subito un ulteriore inasprimento (le prestazioni sociali sono state ridotte del 45%).
Già il precedente governo di centro-sinistra aveva apportato delle modifiche alla normativa: il permesso di soggiorno è valido per un anno, con la possibilità di rinnovarlo per i successivi due (chiaramente l’intento è quello di “rispedire” i siriani a casa, appena le condizioni saranno migliorate), d’altra parte, i rifugiati non possono portare le proprie famiglie nel paese prima di un anno (cioè prima del rinnovo). Dopo l’ultima modifica, approvata appena dopo la metà di agosto, sono arrivate le dure critiche, oltre che da una trentina di autorevoli organizzazioni per i diritti umani, anche dall’Onu che l’ha giudicata in contrasto con la sottoscrizione della Convenzione sui rifugiati del 1951.
Nel 2014 la Danimarca era il quinto paese dell’Ue per numero di rifugiati, oltre che il secondo per numero di siriani, tuttavia, con una popolazione di 5,6 milioni di abitanti ne ospitava poco più di 6100 (la Svezia con 9,4 milioni di abitanti ne ospitava circa 33mila).