Dl Irpef, Brunetta chiede a Renzi di ritirare decreto “Ha causato calo Pil”
Brunetta dopo la notizia di ieri del Pil negativo (-0,1%) nel primo trimestre del 2014 chiede al premier di ritirare il decreto legge sul bonus Irpef: “Dopo la gelata di ieri, evidenziata dalla batteria dei dati (Pil, borsa e spread), che hanno funestato il clima economico-finanziario dell’Italia, se Matteo Renzi avesse un minimo senso di responsabilità dovrebbe ritirare il decreto legge sul bonus Irpef“.
Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera Brunetta: “L’effetto annuncio di quel provvedimento, che risale all’indomani della sua nomina, il 22 febbraio non solo non ha prodotto i risultati sperati, ma si è trasformato in un boomerang. Fin troppo scontate le aspettative dei consumatori, che non hanno anticipato acquisti, nella consapevolezza che quel provvedimento elettorale, sprovvisto di adeguate coperture, avrebbe determinato un corto circuito”. “La manovra in deficit – continua Brunetta – comporta, infatti, in una prospettiva di medio periodo una manovra correttiva o l’incubo di una nuova procedura d’infrazione da parte della Commissione europea. In attesa di eventi funesti, quindi, gli italiani hanno preferito tirare i remi in barca e risparmiare, nel timore di tempi peggiori. Intanto il prelievo fiscale – si veda la pantomima sulla Tasi – sulle abitazioni terremotava ancora di più il settore immobiliare, che rappresenta uno dei volani della possibile ripresa”.
“Va da sé che la frenata congiunturale, sommata alla manovra in deficit per soddisfare le esigenze del ‘ciclo elettorale’ – aggiunge Brunetta -apre uno scenario inquietante. Aumenta cioè la probabilità di una manovra correttiva, all’indomani degli esiti della competizione elettorale, sempre che non si voglia correre l’avventura di una nuova procedura d’infrazione. I segnali ci sono tutti. Le entrate tributarie, nei primi tre mesi dell’anno, hanno subito una contrazione dello 0,6 per cento, come certifica l’ultimo referto del Mef. Tuttavia l’Imu ha portato nelle casse dei Comuni circa 500 milioni in più, con un aumento del 340 per cento”.