Caso Bilardi, Fucksia del M5S dopo il si all’arresto: “Nessuna intimidazione ma…”
Piccolo preambolo: mercoledì 9 settembre la Giunta per le immunità di Palazzo Madama ha detto sì agli arresti domiciliari per Giovanni Bilardi, il senatore di Ncd coinvolto nell’inchiesta calabrese sulle spese pazze in Regione. Decisivo è stato il voto della senatrice del M5S Serenella Fucksia. “Se la Fucksia avesse votato no – ha detto Lucio Malan (Fi) – ci sarebbe stata la parità, cioè 8 a 8, e l’arresto non sarebbe stato concesso”. Secondo Giovanardi (Ncd) la senatrice grillina è stata obbligata dal Movimento a votare a favore dell’arresto.
Lei, in un’intervista alla Stampa, respinge queste illazioni: “Ma quale intimidazione! Ho solo avuto qualche dubbio, mi sono consultata con i colleghi senatori, con i nostri esperti legali e ho ritenuto di votare per l’arresto. Anche se con sofferenza e disagio”.
Caso Bilardi, Fucksia: “Nel M5S non siamo tutti forcaioli”
“Nel M5S – spiega – non siamo tutti forcaioli. Ci sono diverse anime. Io sono molto garantista. E non sono la sola”. “Avevo molti dubbi – fa sapere Fucksia – anche alla luce della senatrice Pezzopane. Nessun pericolo di fuga. Nessun rischio di reiterazione del reato. Forse potrebbe esserci il rischio di inquinamento delle prove… Ma sinceramente, dopo due anni… Che puoi inquinare? Lì per lì ero per l’astensione”.
Quindi spiega come sia arrivata al sì: “Perchè ho convenuto con i colleghi che il rischio di votare no poteva portare a uno scenario peggiore. Ma le perplessità ci sono e me le tengo“. Alla domanda se ritiene che Bilardi sia innocente, la senatrice cinque Stelle replica: “Nessuno gli dice bravo per quello che ha fatto, se l’ha fatto. Sono cose che non dovrebbero esistere. Ma da qui ad arrestare una persona..”.
Fucksia ammette, in parte, che essere un politico può essere svantaggioso quando si hanno problemi con la giustizia. “Dico che se fosse stato un cittadino normale forse il giudice non l’avrebbe arrestato. E allora se dobbiamo essere tutti uguali, cittadini e politici, vale in un verso ma anche nell’altro. Niente privilegi, ma neanche svantaggi. La Giunta – aggiunge – spesso vota con leggerezza e con logiche politiche”.