La previsione di Romano Prodi sulle prossime elezioni europee: “I partiti storici come il Pse e il Ppe saranno probabilmente obbligati a una grande coalizione, data l’ondata populistica. O adempiono alla funzione di un governo attivo dell’Europa o sarà la fine sia per il Pse sia per il Ppe”. La pensa così l’ex premier che intervistato da ‘Famiglia Cristiana’ affronta il tema delle elezioni.
“È la prima volta – osserva Romano Prodi – che i popoli dell’Europa discutono anche dell’Europa. Quelle precedenti sono sempre state in qualche modo solo elezioni nazionali, in cui si discuteva solo di problemi interni. Oggi invece il dibattito europeo è entrato nella campagna elettorale: la crisi economica ci obbliga a rapporti di collaborazione tra gli Stati membri dell’Unione“.
Secondo Prodi “l’elettore viene messo di fronte alla scelta su un futuro con o senza l’Europa” ed i governi nazionali, sovrapponendosi al ruolo della Commissione europea, hanno “dato di fatto le chiavi dell’Europa alla sola Germania“, abile a sfruttare le divisioni tra Francia, Italia e Spagna che “non hanno mai presentato una piattaforma politica comune”.
Ora, sottolinea “il problema non è cambiare moneta ma cambiare politica. La crisi europea è conseguenza di una politica economica sbagliata, basata sul rigore, anziché sullo sviluppo» e non è possibile tornare indietro, verso nazioni o addirittura regioni: “il mondo è cambiato”. Prodi non ha dubbi: “O l’Europa reagisce unita a questi processi o mai più. Per l’Europa è l’ultima occasione. Se l’Europa non è in grado di governare la globalizzazione, siamo finiti“.