Sondaggio Atlante Politico, Il M5S con il 26,7% è al suo record storico. Bene anche il Pd che (ri)torna al 33,1%
Torna dopo la pausa estiva il report mensile “Atlante Politico” realizzato da Demos e pubblicato da Repubblica. Il primo dato che vale la pena sottolineare con la matita rossa è sicuramente il risultato del Movimento Cinque Stelle che completa la sua crescita primaverile arrivando a toccare il suo record storico: il 26,7% facendo segnare un + 0,6% rispetto alla rilevazione di Giugno.
Torna a crescere, dopo la pesante flessione di inizio estate, il PD: il partito guidato dal Presidente del Consiglio guadagna lo 0,8% e arriva al 33,1%. Sempre più terza forza politica la Lega Nord che resta stabile al 14,0% ma sfrutta il crollo verticale di Forza Italia che secondo l’istituto guidato da Ilvo Diamanti flette circa del 3,0% in questi mesi estivi.
Tra gli altri partiti, Sel con il suo 4,6% resta la quinta formazione nonostante un calo dell’0,7%, Fratelli D’Italia- An è al 3,5% (+0,2%) mentre è crisi per i partiti di “centro”: NCD-UDC ottiene un misero 2,7% in calo dello 0,8%.
Dopo l‘Istituto Piepoli anche Demos sviluppa delle stime elettorali sui ballottaggi.
L’avversario più temibile per il Pd resta il M5S. La differenza tra i due schieramenti è pari al 6,8% e per tale ragione diventano fondamentali gli incerti, gli astenuti e reticenti che vengono stimati al 23%. Non c’è praticamente sfida se a sfidare Matteo Renzi ci fosse solamente Matteo Salvini. In questo caso il Partito Democratico raccoglierebbe il 62,7% e la Lega il 37,3%. Una lista unica di cdx è stimata al 46,1% distante circa 8 punti dai democratici.
Sondaggio Atlante Politico, fiducia: Giorgia Meloni affianca Matteo Salvini al 31%
La seconda parte della rilevazione di Atlante Politico è dedicata ai quesiti politici. Per quanto riguarda il gradimento dei leader, la sorpresa più grande viene dalla numero uno di Fratelli D’Italia che guadagnando un ulteriore punto affianca Matteo Salvini, che lascia sul campo 6 punti, al terzo posto con il 31%. Il Premier tocca quota 42%, guadagnando un punto dopo un periodo di forte flessione. Analizzando il Movimento Cinque Stelle si può vedere come Di Maio al 29% (+1%) stacchi Grillo di due punti (- 4%).
Il giudizio sull’esecutivo, come spesso accade, ricalca quello del Presidente del Consiglio, anche in questo quindi piccola inversione di tendenza positiva, pari al 2%, dopo la crisi di consenso. Ad oggi il gradimento sull’esecutivo è pari al 41% mentre il record storico di giugno 2014 vedeva questo dato al 69%.
Sondaggio Atlante Politico, immigrazione: scende la paura
Le toccanti immagini dei profughi siriani e la nuova linea politica Europea fanno variare di molto le opinioni degli italiani sull’immigrazione. Ad oggi il 35% di essi ritieni gli immigrati un pericolo per la sicurezza, a giugno il dato era pari al 42%. Parallelamente cresce l’opinione che per gestire al meglio l’emergenza ci sia bisogno di più solidarietà e accoglienza ( +20%) e meno sui respingimenti ( – 19%).
In chiusura è bene riportare le considerazioni finali del Presidente Demos, Ilvo Diamanti che su Repubblica annuncia un “autunno tiepido”. ” Nella politica italiana, dunque, si annuncia un autunno tiepido. Con un leader solo al comando, circondato da opposizioni che faticano a presentarsi come vere alternative di governo. Il M5s: è canale dell’insoddisfazione popolare. Ma anche soggetto di controllo democratico a livello centrale e locale. La Lega di Salvini: appare sempre più Ligue Nationale. Versione italiana del Front National di Marine Le Pen. Che, tuttavia, si è affermata interpretando le paure degli elettori moderati. Forza Italia, infine, declina, in modo inevitabile e inesorabile, insieme al leader che l’ha inventata. E da cui non può prescindere.
Matteo Renzi, dunque, prosegue la sua marcia. Aiutato dalla ripresa positiva del mercato e dell’economia. Dalla timidezza degli avversari. Visto che l’opposizione più insidiosa, oggi, appare quella “interna” al PD.
Così, il 46% degli elettori, ormai, ritiene che governerà fino alla scadenza naturale della legislatura. Il dato più elevato da quando è in carica. A differenza del passato, paradossalmente, ciò avviene proprio quando sembra avere smesso i panni del velocista. Del leader ipercinetico, sempre in movimento, una riforma dopo l’altra, un “fatto” dopo l’altro. Mentre, al contrario, ha rallentato la corsa, ridimensionato le pretese. Il linguaggio. Renzi. Un premier (più) lento, che riflette il sentimento di un Paese stanco. Di miracoli e di promesse.”