Politica in pillole di lunedì 14 settembre 2015. Dalla confessione “segreta” del Pontefice alla smentita di D’Alema passando per la condanna di Kiev alla visita di Berlusconi a Putin in Crimea. Le migliori dichiarazioni politiche di oggi.
- “Abbiamo fatto un enorme sforzo perchè siate protagonisti” Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione.
- “Le posso dire la verità? Dormo come un tronco” Papa Francesco.
- “Come dimostrano le due crisi – quella economica e quella migratoria – alle quali gli Stati non possono dare risposta da soli, per affrontare con efficacia queste sfide d’oggi e del futuro servono non solo politiche comuni, ma anche istituzioni comuni” Sergio Mattarella, Capo dello Stato italiano.
- “Sono rimasto sconcertato da ciò che si è potuto leggere in questi giorni su alcuni organi di informazione, secondo i quali io starei lavorando a una scissione nel Pd. Non corrisponde affatto alla verità” Massimo D’Alema, ex premier italiano.
- “La morte di mio fratello doveva essere archiviata come la fine naturale di un povero tossico. Una vittima scomoda da seppellire subito. Noi dimostreremo che è stato un omicidio” Ilaria Cucchi.
- “Durante la visita in India delle Commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato abbiamo ribadito che altri capitoli saranno aperti dopo il rientro dei marò sul territorio italiano” Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato.
- “Kiev condanna la recente visita in Crimea di Berlusconi insieme a Putin in quanto viola le norme ucraine sull’ingresso nel territorio temporaneamente occupato” ministero degli Esteri di Kiev.
- “Sono già state disposizioni per ristabilire nuovamente i controlli alla frontiera francese con l’Italia se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa” Bernard Cazeneuve, ministro dell’interno francese.
- “Sulla questione migranti, la forza di un’alleanza italo-tedesca deve servire a trovare per l’Europa una via d’uscita da questa crisi. Le questioni centrali sono due: l’integrazione nei Paesi privilegiati dai profughi, come la Germania, e i problemi del salvataggio e della prima accoglienza nei Paesi di confine dell’Ue. La Germania non può essere lasciata sola, e neppure l’Italia” Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano.