Le tendenze dell’estate, giù il debito pubblico ma l’inflazione arranca
L’obiettivo del + 2% dell’inflazione con l’operazione del Quantitative Easing resta ancora lontano. La conferma proviene dalla lettura dei dati pubblicati dall’Istat relativamente all’Indice Nazionale dei prezzi al consumo che nello scorso agosto è aumentato solo dello 0,2 %, sia su base mensile che su base annuale. Un dato che conferma le stime preliminari e la quasi totale stasi dell’andamento dei prezzi della maggior parte dei prodotti.
Al netto di una tendenza che non fa ben sperare nel raggiungimento dell’obiettivo del 2% entro settembre 2016, così come prospettato dal governatore della Bce, Mario Draghi, la crescita dei prezzi, seppur minima, c’è e ha trovato maggior sollecito nei servizi. “L’incremento congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti – spiega l’Istat – è in larga parte da ascrivere a fattori di natura stagionale, che spiegano il sensibile rialzo su base mensile dei prezzi del Trasporto aereo passeggeri (+23,8%)”.
Stessa tendenza si registra nei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, su cui ugualmente incidono i fattori stagionali. In questo comparto si registrano aumenti per i prezzi dei Pacchetti vacanza (+8,9%, -2,8% in termini tendenziali) e dei servizi di alloggio offerti da Villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (+3,7%, +2,5% su base annua).
L’Istituto chiarisce che “l’inflazione è stabile per la maggior parte delle tipologie di prodotto e i pochi movimenti che si registrano tendono a compensarsi”. All’aumento dei prezzi dei servizi fa infatti da contraltare l’ulteriore caduta dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-10,4%), la flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,1%) e la ripresa dei costi dei Servizi relativi alle comunicazioni (+1,4%).
Resta invece quasi inalterato il ‘peso’ medio del carrello della spesa. Nell’agosto scorso, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona crescono dello 0,1% su base mensile e sono stabili a +0,7% su base annua.
Notizie positive arrivano poi dal fronte del debito pubblico che come rileva il report di BankItalia, a luglio è sceso a 2.199,2 miliardi, 4,5 miliardi in meno sul mese precedente.
“La diminuzione del debito – spiega l’istituto di via Nazionale – a luglio è stata analoga a quella delle disponibilità liquide del Tesoro (4,7 miliardi. A fine luglio tali disponibilità erano pari a 96,2 miliardi, contro 109,7 a luglio del 2014)”.
La riduzione registrata a luglio ha consentito una diminuzione del debito per mezzo miliardo. In particolare, nei sottosettori si è ravvisato un calo di 3,5 miliardi nelle pendenze delle Amministrazioni centrali e di 1,2 miliardi delle Amministrazioni locali. Di contro il debito degli Enti di previdenza è aumentato di 0,2 miliardi.
In generale nei primi sette mesi dell’anno, il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 64,3 miliardi mentre il fabbisogno complessivo è stato pari a 18,0 miliardi.
In leggero aumento sia su base annua che mensile le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato che a luglio sono state pari a 37,8 miliardi (in aumento rispetto allo stesso mese del 2014, 35,9 miliardi) e nei primi sette mesi del 2015, sono state pari a 224,9 miliardi, in lieve aumento quindi rispetto a quelle relative allo stesso periodo dell’anno precedente (224,0 miliardi).
Marianna D’Alessio